Negli ospedali un letto su due occupato da pazienti Covid, terapie intensive in allarme rosso in 4 regioni

Negli ospedali un letto su due occupato da pazienti Covid, terapie intensive in allarme rosso in 4 regioni
di Simone Pierini
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Mercoledì 11 Novembre 2020, 06:00

I letti improvvisati nella chiesa di un ospedale nel Torinese, le ambulanze in fila davanti ai pronto soccorso di mezza Italia, con i pazienti a bordo in attesa di posti liberi. Fotografie delle strutture sanitarie al collasso. E i numeri lo confermano. Secondo i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, in questo momento negli ospedali italiani la percentuale di letti occupati da pazienti Covid non gravi è del 51%, 36% nelle terapie intensive. L’Istituto superiore di sanità ha fissato la soglia minima di gravità per il primo caso al 40% e per il secondo al 30%. E in entrambi, quando la percentuale arriva al 50% scatta l’allarme rosso. Alcune regioni si avvicinano alla soglia. Altre, l’hanno già infranta: se nei prossimi giorni non ci saranno cambiamenti di rotta nella curva pandemica, gli ospedali andranno verso il “tutto esaurito”.

REPARTI COVID. È nei reparti per casi meno gravi (ovvero quasi 30mila in Italia) che si vive l’affollamento più imponente. Otto regioni hanno superato la soglia del 50% dei letti occupati da pazienti Covid. Alcune hanno praticamente esaurito i posti a disposizione.

La provincia autonoma di Bolzano - ormai zona rossa - ha raggiunto il 99% di saturazione, il Piemonte è arrivato al 94%, la Valle d’Aosta al 74% e la Liguria al 73%. Sopra la soglia del 40% ci sono anche Marche, Umbria, la provincia autonoma di Trento, Emilia Romagna, Lazio e Campania.

TERAPIE INTENSIVE. Intubati, a pancia in giù, col casco di ventilazione o con supporto alla respirazione. È l’odissea che stanno vivendo i quasi tremila pazienti ricoverati in terapia intensiva. I più fortunati ne escono, altri purtroppo si aggiungono al terribile bollettino dei decessi. Anche per questi reparti è la provincia di Bolzano a mostrare l’occupazione maggiore che è arrivata al 60%. Umbria, Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta sono stabilmente sopra il 50%, che rappresenta la “zona rossa” di allerta. In totale sono invece dodici le regioni sopra la soglia minima di rischio del 30%, con Campania, Emilia Romagna, Liguria, Marche, provincia autonoma di Trento, Sardegna e Toscana che si aggiungono alle già citate in precedenza.

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