Covid, allarme varianti nelle scuole: ecco le regioni e i comuni che tornano in dad. A casa più di un alunno su tre

Covid, allarme varianti nelle scuole: ecco le regioni e i comuni che tornano in dad. A casa più di un alunno su tre
4 Minuti di Lettura
Domenica 28 Febbraio 2021, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 07:04

Il Covid preoccupa nelle scuole. La diffusione delle varianti sta portanto a un aumento dei contagi all'interno delle scuole che ha spinto molti governatori a chiedere a governo la chiusura degli istituti e al ritorno in dad. Se per ora il governo non ha espresso alcun parere, rifiutando di emanare un provvedimento nazionale, alcuni presidenti hanno deciso in autonomia di chiudere le scuole.

Leggi anche > Milano, la Darsena diventa una discoteca. Poi dopo il rave party scoppia una rissa tra 20 giovanissimi

Come linee guida generali è stato stabilito che in zona rossa le scuole di ogni ordine e grado dovranno essere chiuse. È l'indicazione che il Cts ha dato al governo al termine della riunione nella quale ha analizzato le richieste dell'esecutivo. Gli esperti hanno anche valutato che gli studenti dovranno essere in Dad nel caso l'incidenza sia superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti. In tutte le altre situazioni, la scuola resta in presenza come già stabilito dai provvedimenti in vigore.

Scuole chiuse in tutto l'Abruzzo da lunedì. Didattica a distanza obbligatoria dalle elementari alle superiori. Lo prevede l'ordinanza firmata in serata dal governatore Marco Marsilio. All'origine del provvedimento c'è, tra l'altro, la conferma, da parte della Asl e del Gruppo tecnico scientifico regionale, di come siano in aumento i contagi nella fascia di popolazione in età scolare. L'ordinanza sarà valida fino a nuove disposizioni. Sono esclusi gli asili, che restano aperti, salvo diverse disposizioni comunali.

Chiusi anche gli istituti in Campaia con un'ordinanza di Vincenzo De Luca, che stabilisce la chiusura delle scuole dal 1 marzo 2021 e fino al 14 marzo 2021. "E' sospesa l'attività didattica in presenza dei servizi educativi per l'infanzia e dei servizi per l'infanzia (sistema integrato 0-6 anni) nonché delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle Università - si legge nel testo -restano comunque consentite in presenza le attività destinate agli alunni con bisogni educativi speciali e/o con disabilità, e in ogni caso garantendo il collegamento on line con gli alunni della classe che sono in didattica a distanza". Nell'ordinanza si raccomanda anche "alla popolazione di evitare tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile".

Da lunedì prossimo, 1 marzo, quando la Basilicata diventerà zona rossa, la didattica a distanza sarà obbligatoria in tutte le scuole lucane. Lo si è appreso a Potenza al termine di una riunione dell'Unità di crisi regionale.

Nelle prossime ore saranno resi noti i dettagli dell'ordinanza che sarà firmata dal presidente della Regione, Vito Bardi. In Calabria la didattica in presenza al 50% alle superiori è stata prorogata al 13 marzo.

Intanto, secondo quanto emergerebbe da una riunione del Comitato Tecnico Scientifico, c'è un impatto dei nuovi contagi nelle scuole, ma differenziato. Per questo sarebbe auspicabile una modulazione delle misure a seconda delle zone, variabile in base a Comuni o Province e non soltanto su base regionale. Secondo il Cts, con la stabilità dei contagi in zona gialla per 3 settimane consecutive, le attuali disposizioni sulle lezioni in presenza non dovrebbero cambiare. Al verbale sarà allegato uno studio Iss, sul quadro contagi-scuole. 

E, sempe secondo quanto emergerebbe dalla riunione, si pensa a lezioni a distanza in tutte le scuole nelle zone rosse regionali o in quelle locali, ma anche oltre il superamento di una determinata soglia di incidenza, a prescindere dal colore. Una delle quote in discussione sarebbe intorno ai 100 casi ogni 100mila abitanti. E' quanto emergerebbe da una riunione del Comitato Tecnico Scientifico, che stilerà un verbale dal quale potrebbero arrivare indicazioni che saranno valutate dal Governo in vista del nuovo Dpcm. 

C'è un legame diretto fra l'aumento dei ricoveri per Covid-19 nelle unità di terapia intensiva e la riapertura delle scuole: "l'analisi delle curve del numero dei ricoverati nei reparti di terapia intensiva in Italia indica che il ritorno all'attività didattica in presenza dopo le vacanze di Natale sta veicolando l'attuale aumento della diffusione dell'epidemia di SarsCov2 in Italia", rileva il matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). "Allo scopo di limitare la diffusione dell'epidemia nel nostro Paese, penso - rileva il matematico - che sia importante interrompere quanto prima l'attività didattica in presenza in tutte le scuole, indipendentemente dalla fascia d'età, e nelle università. L'analisi indica che "la curva delle terapie intensive a livello nazionale in Italia è in aumento da circa due settimane" e che "la situazione a livello regionale è eterogenea sia a livello qualitativo che quantitativo", osserva Sebastiani.

Quindi oltre tre milioni di studenti da lunedì seguiranno le lezioni da casa: 800mila bambini della scuola dell'infanzia e della primaria, quasi mezzo milione delle medie e un milione e 800mila studenti delle superiori. E' la stima del sito specializzato Tuttoscuola, che ha esaminato il numero degli alunni in Dad dall'Alto Adige alla Basilicata, calcolando che in tutto uno su tre degli 8 milioni e mezzo di iscritti resteranno a casa. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA