Zaia: «Secondo i nostri dati l'Rt è sensibilmente sceso. Le terapie intensive reggono». Ma altri 66 morti in 24 ore Video

Il presidente del Veneto Luca Zaia
Il presidente del Veneto Luca Zaia
di Raffaella Ianuale
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Venerdì 20 Novembre 2020, 12:37 - Ultimo aggiornamento: 16:31

Il presidente del Veneto Luca Zaia in diretta, oggi venerdì 20 novembre 2020, dall'Unità di crisi della protezione civile di Marghera aggiorna sui casi di coronavirus in tutto il territorio regionale e su eventuali nuovi provvedimenti. Proprio in queste ore il governo ha fatto una nuova ordinanza che dichiara zone rosse Lombardia e Piemonte fino al 3 dicembre. Per il Veneto secondo i dati della Regione non dovrebbe essere cambiato nulla da venerdì scorso, quindi la fascia di colore dovrebbe rimanere gialla.

Bollettino

«Scende la pressione sulle terapie intensive del Veneto, con 10 ricoverati per Covid-19 in meno rispetto a ieri, che portano il totale a 286 - dice il presidente della Regione, Luca Zaia, che però ha definito il dato occasionale - I casi positivi dall'inizio della pandemia salgono a 116.156, 3.468 in più rispetto a ieri. In isolamento vi sono 38.655 contagiati. I ricoverati nei reparti non critici sono 2.294 (+52). Si segnalano infine 66 decessi nelle ultime 24 ore, che portano il totale a 3.123».

Terapie intensive e Rt

«Dalla riunione di oggi con i direttori delle aziende sanitarie, confermiamo la tenuta delle terapie intensive che oggi registrano anche dieci persone in meno tra i casi Covid. Per i numeri, per la sensazione e il clima di gestione che abbiamo, per noi non è cambiato nulla rispetto all'altro venerdì. Dai calcoli nostri, il nostro Rt è sensibilmente calato. C'è una sostanziale tenuta sulle terapie intensive se non qualche criticità nel Veronese. Il trend non è di forte crescita, ma di crescita leggera, con giorni come oggi negativi. Le criticità toccano soprattutto i ricoveri ordinari, non più le terapie intensive. Questo vale anche e soprattutto per la gestione degli 8.000 pazienti non Covid. Nelle intensive c'è un innalzamento dell'età media, e ci fa pensare che la durata sarà più importante, questo dato non permette turnover più rapidi».

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Tamponi

«Dei 3.007 medici di base in Veneto, 1.618 fanno i tamponi. Quindi non era un'eresia pensare che si potesse fare un percorso con loro. Sembrava quasi blasfemo - ha aggiunto - ma oggi il 59% del medici di famiglia fa tamponi, e ne fa 2.319 al giorno.

Abbiamo stanziato fondi per dare 100 mila tamponi ai medici di base fino a dicembre, poi però non abbiamo forze per andare avanti a 18 euro a tampone»

«Stiamo andando avanti con i veterineri. Sui veterinari attendo una risposta dal Governo, farà pure ridere, ma nelle emergenze bisogna approfittare di tutte le opportunità. Ci sono protocolli rispettosi delle qualifiche, ma che permettono, con l'addestramento dovuto, di far fare il tampone a molte categorie. Per questo mi sono permesso di pensare ai veterinari, non sono persone avulse da questo tema».

Ristori per provvedimenti regionali

«Ho portato formalmente ieri l'istanza dei territori che hanno firmato provvedimenti restrittivi che non sono governativi. Il Presidente del Consiglio aveva detto che sarebbero stati accompagnati da provvedimenti di ristoro. Ieri il Governo ha rassicurato su questo. Ho sempre dato per assodato che per i provvedimenti presi dai presidenti regionali, essendo d'intesa con il Ministro della Salute, ci sarebbero stati ristori. La nostra ordinanza chiude i negozi di domenica e i centri commerciali nel fine settimana, penso si debba pensare a un ristoro».

«Per i ristori alle città d'arte occorre una disciplina che prescinde da colore dell'area. Quando chiudi un centro commerciale lo chiudi ovunque, ma non vale di più o di meno che sia in zona rossa, arancione o gialla. Il tema del colore non ha a che fare con il danno che si subisce nelle città d'arte».

Vaccino

«Immaginate un mondo con il vaccino. Alla fine avremo il passaporto sanitario per il vaccino, finirà così. Oggi chiedono il test, domani il vaccino. La comunità internazionale si tutelerà in questo modo. Personalmente - ha aggiunto Zaia - io farò il vaccino. Alla volta di gennaio ne avremo su piazza almeno sei. Non è obbligatorio, però si lascia la libertà di farlo a chi vuole. Rispetto la libertà di pensiero, ma ho impressione che non si sia valutato l'aspetto della tutela a livello mondiale».

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