Spostamenti tra regioni a Natale, piste da sci e vaccino: il Cts fa il punto della situazione

Spostamenti tra regioni a Natale, piste da sci e vaccino: il Cts spiega cosa accadrà
Spostamenti tra regioni a Natale, piste da sci e vaccino: il Cts spiega cosa accadrà
di Simone Pierini
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Martedì 24 Novembre 2020, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 22:10

Spostamenti tra regioni a Natale, piste da sci e vaccino. In occasione della conferenza stampa presso il Ministero della Salute i membri del Comitato tecnico scientifico Giovanni Rezza e Franco Locatelli hanno fatto il punto sulle possibili indicazioni e regole in vista delle prossime settimane, anche a seguito dei primi segnali di calo della curva del contagio in controtendenza - tuttavia - con il dato dei morti (853), il peggiore dal 28 marzo scorso e il terzo peggiore da inizio epidemia. 

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No alle vacanze sulla neve»

SPOSTAMENTI TRA REGIONI 

«Non posso negare la mia preoccupazione, certamente spostamenti illimitati per Natale e aggregazioni rappresentano un rischio per la diffusione dell'infezione. Poi vedremo quali saranno le decisioni per il prossimo mese». Ha detto Giovanni Rezza.

«Oltre 800 morti oggi», ha aggiunto Locatelli, «ci devono portare a ricordare che non siamo fuori dal problema, assolutamente no. Ci può essere una via di mezzo che ad esempio potrà fare riferimento a restrizioni dopo particolari ore o a non creare ampi momenti di socialità». 

PISTE DA SCI

«Riaprire le piste da sci per la stagione invernale? Allo stato attuale è impossibile». Ha spiegato il professor Locatelli pur considerando l'impatto economico per i lavoratori. «Nessuno sottovaluta l'impatto del blocco dell'attività sciistica, né in termini economici per chi ci lavora e per i territori, né si sottovaluta l'importanza per chi ama questo tipo di sport», ha sottolineato il presidente del Consiglio superiore di sanità. «I numeri attuali, però, non rendono compatibile un'ipotesi di riapertura degli impianti. Altrimenti vorrebbe dire esporre l'Italia a una ripresa dei contagi. Su questo fronte serve una concertazione a livello europeo, per evitare che si faccia in altri paesi quello che non si può fare in Italia». 

VACCINO E IMMUNITÀ

«Grosso modo almeno tra 60% e 70% della popolazione dovrebbe essere vaccinata contro il SarsCov2 per ottenere l'immunità di gregge». Ha detto Gianni Rezza durante la conferenza stampa al ministero della salute. «Cio vuol dire vaccinare 42 milioni di italiani», ha aggiunto Franco locatelli, «e questa è una grande sfida. Ma ci sarà un progressivo incremento delle dosi di vaccino a partire dal 2021 e avere più di un vaccino è un vantaggio». 

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