Coronavirus trovato nelle lacrime di un bambino di 11 anni: il primo caso a Pavia

Coronavirus trovato nelle lacrime di un bambino di 11 anni: il primo caso a Pavia
Coronavirus trovato nelle lacrime di un bambino di 11 anni: il primo caso a Pavia
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Martedì 29 Dicembre 2020, 13:06

Nelle lacrime di un bambino di 11 anni è stato identificato il coronavirus. È successo nel Policlinico San Matteo di Pavia, che annuncia la pubblicazione sull''European Journal of Ophthalmology' di uno studio condotto da clinici e ricercatori della Fondazione Irccs, relativo al «primo caso di identificazione di Sars-CoV-2 in un campione oculare di paziente pediatrico». Si tratta di un 11enne indirizzato alla Clinica pediatrica dell'ospedale pavese per indagini mediche, a causa di contatti prolungati e stretti con un membro della famiglia affetto da Covid -19.

«A prima visita il paziente era asintomatico, senza tosse, febbre, stanchezza, mal di gola o diarrea, e non era presente alcun segno di infezione del tratto respiratorio - spiega Gianluigi Marseglia, direttore Uoc Pediatria del San Matteo - Le analisi del sangue hanno mostrato un leggero aumento dei valori delle transaminasi e l'esame ecografico del polmone indicava una lieve irregolarità pleurica, associata a interstiziopatia di grado lieve».

Il ragazzino è stato dunque «sottoposto a tampone naso-faringeo, risultato poi positivo a Covid-19». I clinici hanno deciso di tenerlo in osservazione e qualche giorno dopo il ricovero il paziente ha iniziato a lamentare sintomi oculari lievi come bruciore e lacrimazione, che hanno spinto i medici a chiedere una valutazione oftalmologica. «Non sono stati trovati segni di congiuntivite o cheratite, ma è stato raccolto anche un tampone congiuntivale, risultato anch'esso positivo» a Covid, riferiscono dal Policlinico.

«L'identificazione di Sars-CoV-2 in un campione oculare di un paziente pediatrico Covid-19 ha dimostrato che il virus potrebbe essere rilevato in campioni congiuntivali non solo negli adulti, ma anche nei bambini», afferma Luciano Quaranta, direttore Uoc Oculistica. Tra il 26 marzo e il 1 maggio 2020 - riporta una nota del San Matteo - sono stati valutati 8 casi anche con un tampone congiuntivale per indicazione clinica: Sars-CoV-2 è stato identificato in tutti i tamponi nasali, mentre solo un campione congiuntivale è risultato positivo.

«Le manifestazioni oculari nel paziente ricoverato in Pediatria sembrano essere più lievi che negli adulti - evidenziano dal Policlinico pavese - come osservato in un gruppo di 27 pazienti pediatrici con infezione da Covid-19 e manifestazioni oculari al ricovero. Per quanto a nostra conoscenza, questo è il primo rapporto sull'identificazione di Sars-CoV-2 in campioni oculari in un paziente pediatrico con sintomi, ma senza segni di coinvolgimento oculare.

Tuttavia, nonostante la trasmissione attraverso le lacrime sia teoricamente possibile, non è ancora chiaro se questa possa essere considerata una via importante per la diffusione del Covid-19».

Per questo paziente la malattia ha avuto un decorso benigno, spiegano ancora i sanitari. L'analisi del sangue ha mostrato una lenta e progressiva riduzione dei valori delle transaminasi e l'esame ecografico del polmone, eseguito 6 giorni dopo il ricovero ospedaliero, ha mostrato una completa risoluzione dell'interstiziopatia ed è stata confermata l'assenza di segni clinici di congiuntivite/cheratite e la remissione dei sintomi oftalmologici. Il paziente è stato dimesso dall'ospedale 12 giorni dopo il ricovero, e messo in quarantena fino al raggiungimento di risultati negativi dei tamponi nasali e oculari. Tra gli autori dello studio, oltre a Baldanti, Marseglia e Quaranta, anche Francesca Rovida, ricercatrice del Laboratorio di Virologia molecolare; Ivano Riva, Carlo Bruttini e Giovanni De Angelis, oculisti; Ilaria Brambilla, pediatra.

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