Coronavirus, test di massa per capire chi è stato colpito dal virus prima di ripartire. Gli esperti frenano: «Non siamo pronti»

Coronavirus, test di massa per capire chi è stato colpito dal virus prima di ripartire. Gli esperti frenano: «Non siamo pronti»
di Alessia Strinati
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Venerdì 3 Aprile 2020, 15:12
I contagi di coronavirus in Italia sembrano essere in discesa, anche se non è il momento di abbassare la guardia. Si parla di piano di ritorno da parte del governo, ma dovrà avvenire in maniera graduale e si ipotizza uno screening di massa sulla popolazione. L'idea è di capire chi si è immunizzato al covid19 in modo da poter far rientrare prima loro per riprendere le attività.

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Il comitato tecnico scientifico potrebbe quindi autorizzare dei test sierologici, cioè degli esami del sangue tramite i quali individuare la presenza di anticorpi all'infezione. Va detto che si tratta di test in fase di sperimentazione, del virus si conosce ancora troppo poco e i risultati dei possibili esami potrebbero non essere attendibili al 100%. «per noi in Veneto il test sierologico è l’ultima frontiera. Eravamo conosciuti come quelli dei tamponi (ne abbiamo fatti 105.000), poi per i test con i kit rapidi, e adesso avremo questa ulteriore evoluzione, più probante scientificamente, con la validazione delle Università di Padova e Verona», ha detto il governatore Luca Zaia. E sullo stesso modello sembra si vogliano orientare anche Rimini, Piacenza, la Liguria e il Piemonte, mentre la Lobardia resta scettica.

L'idea è di fare prima i test ai sanitari e poi alle altre categorie lavorative in modo da far ripartire l'economia. Il rischio in questo momento però, vista la poca attendibilità, è di avere falsi positivi o falsi negativi, con le dovute conseguenze. A tal riguardo però l'Associazione Microbiologi Clinici Italiani spiega che il nostro Paese non è ancora pronto.
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