Coronavirus, Speranza: «Segnali incoraggianti ma non possiamo allentare le misure ora»

Coronavirus, Speranza: «Segnali incoraggianti ma non possiamo allentare le misure ora»
Coronavirus, Speranza: «Segnali incoraggianti ma non possiamo allentare le misure ora»
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Sabato 11 Aprile 2020, 18:14 - Ultimo aggiornamento: 22:09

«Siamo ancora nel mezzo della crisi, la diminuzione dei ricoverati in terapia intensiva è un segnale incoraggiante ma non possiamo ancora permetterci di allentare le misure. Serve ancora il massimo rigore». Commenta così la situazione del coronavirus in Italia il ministro della Salute, Roberto Speranza.

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«Cogliamo i primi frutti di sacrifici enormi, ma siamo ancora dentro questa crisi, ci sarà bisogno ancora di una stagione di grande rigore per non vanificare il lavoro straordinario fatto. Basta poco, anche una leggerezza in più», ha spiegato il ministro alla presentazione dell'hub di terapia intensiva in Emilia-Romagna. Roberto Speranza ha poi aggiunto: «La soluzione definitiva arriverà solo col vaccino, quindi dobbiamo avere un sistema sanitario in grado di fronteggiare l'emergenza. Il virus si può diffondere, ci possono essere seconde ondate, il sistema sanitario nazionale deve avere la forza di farsi trovare pronto di fronte a ipotesi negative che non ci auguriamo ma che non possiamo escludere».

«Dobbiamo insistere sui tamponi, test sierologici, stiamo lavorando per costruire una mappatura nazionale del contagio. E stiamo lavorando anche per accelerare un'app di contact tracing, che sarà importante nella stagione che arriverà e ci consentirà anche di avere uno strumento che sarà elemento di contatto fra autorità sanitaria e la persone» - ha aggiunto Speranza - «Ci sarà un investimento già nel decreto di aprile - ha detto il ministro - sull'assistenza territoriale che va rafforzata anche perché è una chiave straordinaria per lavorare sull'epidemia. Rafforzamento anche per i Covid hospital, perché avere strutture specializzate è la strada giusta, visto che ospedali misti si sono prestati a dinamiche che hanno favorito il contagio».

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