Barbara Jerkov: «Scuola online e videochat. Bravi ragazzi, che lezione»

Barbara_Jerkov_giornalista
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di Barbara Jerkov
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Giovedì 2 Aprile 2020, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 22:06

A casa nostra, lo confesso, la tecnologia non è mai stata demonizzata. La frase “Sempre con quel telefonino!” non mi appartiene granché. Probabilmente sono semplicemente fortunata ad avere un figlio adolescente con interessi che vanno oltre il web. Ciò premesso, mai come in questa vicenda le chat si sono rivelate utili a tenere vivo il mondo dei ragazzi chiusi in casa. La piazzetta delle chiacchiere serali è virtuale, ma dopo un pomeriggio di studio altrettanto virtuale tra siti e videochiamate, è confortante sentire le risate dei ragazzini che si ritrovano, seppur da remoto.
Siamo noi adulti, semmai, gli ignoranti digitali. Le nuove app introdotte dalla scuola non ho provato nemmeno ad aprirle: vedo, sbirciando dietro la schiena di mio figlio, che le professoresse interagiscono un po’ spaventate dallo strumento, ma danno compiti, interrogano (raccomandandosi inutilmente di non suggerire in chat) e i nostri figli vi si muovono come se l’avessero sempre fatto. Altro che smart working. Bravissimi ragazzi: la vostra capacità di adattamento (incluso l’aver già scoperto come suggerire in chat al compagno interrogato...) è una vera lezione per mamma e papà.

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