Coronavirus, allarme mattatoi: «Focolai di contagio, come ospedali e Rsa». I rischi per chi consuma carne

Coronavirus, l'allarme dei mattatoi: «Sono focolai di contagio, come ospedali e Rsa»
Coronavirus, l'allarme dei mattatoi: «Sono focolai di contagio, come ospedali e Rsa»
di Enrico Chillè
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 27 Maggio 2020, 15:38 - Ultimo aggiornamento: 13 Gennaio, 18:41

Nell'ambito dell'emergenza coronavirus, un vero e proprio allarme arriva dai mattatoi: dopo gli ospedali e le residenze per anziani, sono il luogo in cui è più alto il rischio di contagi. Un allarme confermato, su scala globale, anche se in Italia il rischio appare minore rispetto ad altri paesi.

Leggi anche > Coronavirus, Ilaria Capua: «Il virus non si indebolisce per il caldo»

In diversi paesi del mondo, un po' in tutti i continenti, si sono registrati dei focolai partiti proprio dagli impianti di macellazione della carne. Negli Stati Uniti i dipendenti dei mattatoi risultati positivi sono almeno cinquemila, mentre nella Germania capace di fronteggiare al meglio contagi e focolai, sono circa mille le persone positive tra i dipendenti delle attività di macellazione. In Italia il fenomeno appare più contenuto ma comunque il nostro paese non fa eccezione rispetto all'estero: lo dimostra l'esempio dei 70 dipendenti di un'azienda di macellazione di Bari, risultati positivi un mese fa. Lo riporta Pietro Piovani per Il Messaggero.

I dati non mentono: luoghi come gli impianti di macellazione delle carni sono tra i potenziali focolai col maggior rischio. La scienza sta cercando di indagare sulle cause, ma è ancora presto per giungere a conclusioni definitive. Contrariamente a quanto si possa pensare, tuttavia, il contagio non deriverebbe dal contatto con le carni, bensì dalle caratteristiche dei luoghi e delle attività. Non va infatti dimenticato che i mattatoi rientrano nelle attività essenziali, non hanno mai chiuso e nonostante abbiano sempre sottostato a protocolli igienici molto rigidi, non consentono un rigido e costante distanziamento tra i lavoratori. Inoltre, tra le ipotesi prese in considerazione da medici e ricercatori, c'è il tipo di ambiente all'interno dei mattatoi: chiuso, umido e a bassa temperatura. Anche se i lavoratori, da sempre, devono indossare dispositivi di protezione come guanti, mascherine, cuffie e camici, negli impianti di macellazione è impossibile mantenersi a distanza e non parlare a voce alta.

In Germania, però, si sta diffondendo una nuova ipotesi, alternativa a quelle giudicate più probabili dalla comunità scientifica: i contagi imputabili ai mattatoi non sarebbero collegati direttamente ai luoghi di lavoro, bensì alle condizioni di vita dei dipendenti. L'industria tedesca della carne riesce a offrire prodotti di qualità a prezzi contenuti anche grazie all'impiego di manodopera straniera a basso costo, che spesso vengono reclutati dai paesi d'origine e fatti alloggiare in residenze comuni, dove dormono ammassati all'interno delle stanze. Negli Stati Uniti, i primi contagi avevano portato alla chiusura di diversi mattatoi, prima che Donald Trump, applicando lo speciale Defense Production Act, non ne aveva ordinato l'immediata riapertura.

Quali sono i rischi di contagio legati al consumo di carne? Apparentemente, nessuno.

Il Sars-CoV-2 si diffonde infatti tramite le vie respiratorie e l'epidemia nei mattatoi non sembra costituire un rischio per i consumatori. Senza dimenticare che la cottura elimina qualsiasi tipo di virus e che non ci sono evidenze scientifiche sulla resistenza degli agenti virali per tutto il tempo necessario per trasportare la carne appena macellata fino ai rivenditori e ai clienti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA