Coronavirus a Milano, il libro thriller che aveva previsto l'arrivo dell'epidemia

Il libro che aveva previsto tutto
Il libro che aveva previsto tutto
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Mercoledì 26 Febbraio 2020, 16:42

 'La maledizione della croce sulle labbra' di Arona e Rosati: quando la narrativa ha anticipato l'emergenza Coronavirus che sta vivendo a Milano. Militari in piazza Duomo, scuole chiuse, scaffali del supermercato svuotati, mascherine chirurgiche introvabili. Sta accadendo a Milano, e non solo, in questi giorni a causa dell'arrivo del nuovo coronavirus. Uno scenario che un thriller italiano di una decina di anni fa (ma ripubblicato a giugno 2018) ricorda da vicino. In questo caso il virus arriva dai Caraibi, chi si ammala viene 'marchiatò e ci sono implicazioni di riti vudù. Ma la narrativa, come spesso accade, ha anticipato l'emergenza sanitaria che la metropoli lombarda sta vivendo. C'è anche un infettivologo che cerca di lanciare l'allarme ma viene ostacolato. 'La maledizione della croce sulle labbrà di Danilo Arona ed Edoardo Rosati era uscito già nel 2008 ma nell'estate di due anni fa è stato dato di nuovo alle stampe dalla INK Edizioni. «In alcune delle Isole Sopravento, una discreta percentuale del personale che operava negli alberghi costieri aveva all'improvviso manifestato febbre, tosse e dispnea con caratteristiche del tutto analoghe in ciascuno dei pazienti. In sostanza un'epidemia», si legge nel medical thriller made in Italy. Epidemia che, come accaduto con il Covid-19 e altri virus, arriva fino a Milano. «L'agente infettante nel romanzo lo abbiniamo all'herpes», spiega all'Adnkronos Edoardo Rosati, giornalista medico-scientifico e scrittore di narrativa medical thriller. Herpes che taglia le labbra come una croce blasfema.



«Quello che descriviamo nel nostro romanzo è davvero sovrapponibile a ciò che sta accadendo a Milano - afferma Rosati - nei film horror il meccanismo delle vittime si chiama body count, a seconda delle vittime fatte fuori dal serial killer di turno. Questo body count che si sta verificando ora è assolutamente ansiogeno, perché le persone che non hanno una chiave di lettura per decifrare ciò che sta accadendo, è chiaro che corre al supermercato. Perché come spieghiamo anche nel libro il primo ordine di Madre Natura è procreare, il secondo sopravvivere». «La comunicazione dovrebbe essere più trasparente, anche dalle autorità sanitarie stesse - sottolinea il giornalista e scrittore - anche noi che operiamo nel settore della comunicazione dobbiamo sempre ricordarci di metterci nell'ottica di chi ci legge che non è sempre il politico, il professore o lo scienziato, ma c'è anche chi non ha familiarità con gli strumenti e la terminologia della medicina. È importante quindi una comunicazione che cammini con i piedi di piombo, soprattutto che non calchi la mano sul millenarismo».

«Perché una reazione paranoica è più devastante del morbo stesso e può portare anche ad atteggiamenti di intolleranza, come sta accadendo - conclude Rosati - è la paranoia poi la grande protagonista dell'epidemia, prima ancora di un quadro clinico. E la fa immediatamente da padrone».

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