Molti gli hotel e i ristoranti che non hanno riparto, al pari di ormeggiatori, guide turistiche, musei, B&B: al punto che la cassa integrazione è già finita per centinaia di migliaia di persone. «Mi accingo a emanare un provvedimento che eviti situazioni di difficoltà ancora peggiori - ha detto la ministra Catalfo -. Le aziende avessero terminato l’utilizzo delle 18 settimane precedenti di cassa integrazione previste dal “Cura Italia” e dal “dl Rilancio”, avranno infatti la possibilità di fare domanda per ulteriori 18 settimane con il prossimo decreto, in continuità dal 15 luglio».
Del resto, un mese di luglio senza stranieri in vacanza in Italia è costato più di 3 miliardi al sistema turistico nazionale per le mancate spese dei visitatori per alloggi, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir. I conti fatti sommariamente dalla Coldiretti, mettono impressione. Tra le cause: l’obbligo di quarantena reso necessario dall’aggravarsi della situazione a livello mondiale (con il record di 16 milioni di contagi), la diffidenza dei cittadini provenienti da Paesi dell’Ue nonostante l’apertura delle frontiere, il turismo italiano di prossimità che però è caratterizzato dal “mordi e fuggi”. Lo scorso anno in Italia ci sono stati oltre 8 milioni di cittadini stranieri che hanno pernottato a luglio in Italia e che quest’anno, con la diffusione del coronavirus, sono stati praticamente “azzerati”. Non solo. Appaiono fosche pure le prospettive di ripresa: «Stiamo vivendo la stagione turistica più nera in assoluto e non credo che il 2021 ci consentirà di tornare ai flussi dell’epoca pre-Covid; ci vorrà più tempo. Non dobbiamo liberarci solo della pandemia, ma anche dalla paura. Sarà fondamentale recuperare risorse e lavoro, cioè la possibilità di avere soldi in tasca per numeri importanti di turisti e di viaggiatori», ha detto il direttore di Lonely Planet Italia. Angelo Pittro.
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