Il Cts propose zona rossa ad Alzano e Nembro. E Conte ai pm disse: «Quei verbali non li ho mai visti»

Il Cts propose zona rossa ad Alzano e Nembro. E Conte ai pm disse: «Quei verbali non li ho mai visti»
Il Cts propose zona rossa ad Alzano e Nembro. E Conte ai pm disse: «Quei verbali non li ho mai visti»
di Domenico Zurlo
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Venerdì 7 Agosto 2020, 10:57 - Ultimo aggiornamento: 12:45

Dai verbali desecretati del Comitato tecnico scientifico spuntano nuove rivelazioni sulle zone rosse mancate a Nembro e Alzano Lombardo: una questione su cui da mesi si dibatte, con un rimbalzo continuo di responsabilità tra Governo e Regione Lombardia. Nella riunione del 3 marzo nella sede della Protezione Civile, secondo quanto emerge dal verbale, il Cts propose di «adottare le opportune misure restrittive già adottate nei Comuni della zona rossa anche in questi due comuni» della Val Seriana.

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Il verbale della riunione è stato reso pubblico dal consigliere regionale della Lombardia Niccolò Carretta che lo scorso 6 aprile ha fatto una richiesta al Pirellone di accesso agli atti riguardo la zona rossa bergamasca. Il motivo della proposta, si legge nel verbale pubblicato oggi dall'Eco di Bergamo è «limitare la diffusione dell'infezione nelle aree contigue». Nello stralcio di verbale fornito al consigliere di Azione, il Cts sottolinea che Nembro e Alzano si trovano «in stretta prossimità di Bergamo» con una popolazione di 13.639 e 11.522 abitanti. «Ciascuno dei due paesi ha fatto registrare attualmente oltre 20 casi, con molta probabilità ascrivibili ad un'unica catena di trasmissione. Ne risulta pertanto che l'R0 è sicuramente superiore a 1, il che costituisce un'indicatore di alto rischio di ulteriore diffusione del contagio». 

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CONTE: "VERBALI MAI VISTI O RICEVUTI" Il premier Conte però, quel verbale degli esperti afferma di non averlo mai visto né ricevuto: secondo quanto scrive il Corriere della Sera, il presidente del Consiglio ai magistrati di Bergamo (che il 12 giugno lo hanno interrogato come testimone) avrebbe detto proprio che quel documento sulla sua scrivania non ci è mai arrivato. Non l’ho mai visto, le sue parole ai magistrati che indagano per accertare che l’epidemia nel bergamasco sia stata colposa e se i ritardi possano aver avuto un impatto importante sul numero dei contagi e delle vittime. Una risposta, scrive il Corriere, che avrebbe stupito gli stessi pm.

LA RISPOSTA DELLA REGIONE Nella risposta a Carretta, la Regione sottolinea che appunto il 3 marzo dall'assessorato al Welfare furono inviati al direttore dell'Iss Silvio Brusaferro i dati sui positivi della provincia di Bergamo «che rappresentava una situazione di cluster nella zona della Val Seriana e del capoluogo»: ovvero 58 contagiati a Nembro, 33 a Bergamo, 26 ad Alzano, 22 a Zogno e 16 ad Albino. «Continua la battaglia di Azione per ottenere sempre più dettagli sugli eventi accaduti durante l'emergenza sanitaria in provincia di Bergamo. Capire cosa sia successo - ha sottolineato il consigliere regionale bergamasco - e perché sia o state prese certe decisioni piuttosto che altre è fondamentale ed è un diritto di tutti i cittadini».

SALVINI: CONTE HA SEQUESTRATO MEZZA ITALIA «Se io vado a processo il 3 ottobre per avere trattenuto poche decine di immigranti per qualche giorno su una barca, allora portiamo Conte e i suoi al Tribunale internazionale perché hanno sequestrato mezza Italia»: così il leader della Lega Matteo Salvini, oggi a Perugia, parlando dei verbali del Cts che a marzo propose di chiudere l'Italia a zone in seguito all'epidemia Covid mentre il Governo decise per il lockdown totale. «Se così fosse sarebbe criminale» ha aggiunto.

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