Coronavirus, risalgono i numeri: 162 morti in più e i contagi sono tornati a 875 casi. Oltre la metà sono in Lombardia, risale il numero di tamponi

Coronavirus, risalgono i numeri: 162 morti in più e i contagi sono tornati a 875 casi. Oltre la metà sono in Lombardia, risale il numero di tamponi
Coronavirus, risalgono i numeri: 162 morti in più e i contagi sono tornati a 875 casi. Oltre la metà sono in Lombardia, risale il numero di tamponi
di Simone Pierini
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Mercoledì 20 Maggio 2020, 07:40
Un passo avanti e due indietro. Si può riassumere così l’andamento della curva epidemiologica di questi ultimi giorni. Se infatti lunedì si era registrato il dato più basso dal 9 marzo scorso, i numeri di ieri ci riportano velocemente indietro a sabato 16 maggio. È ripreso a salire il numero di morti e di positivi in un giorno, con la Lombardia che torna a preoccupare in particolare con il caso Bergamo. Le vittime registrate nel nostro Paese sono 162 in più mentre i casi di contagio sono tornati a 875, quasi il doppio rispetto a ventiquattro ore prima. Di questi oltre la metà sono stati contabilizzati in Lombardia (462 con 56 morti) e ben 144 nella provincia di Bergamo che da sola si è portata casa più positivi di tutte le altre regioni d’Italia.

E le immagini dei giorni scorsi che hanno fatto infuriare il sindaco Giorgio Gori con le vie della città affollate di gente con poche mascherine sul volto non sembrano lanciare buoni segnali. Non è andata molto meglio la provincia di Milano con 102 contagiati: solo il Piemonte ha fatto peggio in Italia con 108 casi in più. La Lombardia è anche l’unica regione che ieri ha visto aumentare il numero di attualmente positivi (+218) contro il dato nazionale sceso di 1.424 unità.

 C’è da dire che rispetto a lunedì è risalito anche il numero di tamponi, da 36mila a 60mila, ma il rapporto tra test effettuati e persone è positivo è passato dall’1,1% all’1,2%. Una crescita minima che tuttavia conferma il concetto “se cerchi trovi” che tradotto vuol dire: più tamponi più positivi. 
La presenza massiccia su tutto il territorio di un “sommerso” di asintomaci (o con sintomi lievi) non rilevato deve far tenere altissima l’allerta per non ricadere nei periodi più drammatici degli ultimi due mesi. In miglioramento c’è solo il dato dei ricoverati sceso di 33 unità nelle terapie intensive e di 216 negli altri reparti
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