Coronavirus, 400 euro di multa per l'organizzatore del flash mob dei baristi. Il sindaco: «Pago io»

Il flash mob
Il flash mob
di Alberto Comisso
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Giovedì 30 Aprile 2020, 11:11 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 14:00

Il giorno dopo il flash mob, i commercianti di Pordenone, circa un centinaio, hanno mantenuto fede alla promessa fatta. Si sono dati appuntamento alle 11 e, sotto una leggera pioggia, ieri mattina hanno consegnato simbolicamente al sindaco le chiavi dei loro negozi. A guidarli Andrea Esposito titolare del bar Portorico di corso Vittorio Emanuele, sanzionato dalla polizia, a seguito della denuncia presentata dal Circolo Zapata, per aver organizzato la manifestazione. «I commercianti – spiega l’assessore Emanuele Loperfido – erano lì per rappresentare il loro dramma. E’ vero che il decreto del presidente del Consiglio vieta qualsiasi tipo di manifestazione, ma è anche vero che in questo momento drammatico c’è chi fa politica sulla pelle di chi è vittima di una disgrazia». Ciriani e Loperfido hanno garantito che pagheranno di tasca loro la sanzione di 400 euro.

L’INCONTRO
Ieri mattina Esposito aveva spiegato chiaramente il motivo della protesta: «Siamo arrivati a tanto – ha spiegato rivolgendosi al sindaco e parlando a nome dei colleghi – perché la situazione è diventata insostenibile. Con le ultime disposizioni del Governo, vediamo soltanto una luce nera in fondo al tunnel. Stiamo andando incontro ad un fallimento certo e garantito, che potrebbe essere evitato soltanto se lo Stato si impegnerà da subito ad accompagnarci in questo percorso tortuoso. Ci sono commercianti che non hanno nemmeno più i soldi per mangiare, sono allo stremo. Quello di bar e ristoranti è un settore in cui gli operatori possono rimboccarsi le maniche, ma che non possono stravolgere. I nostri locali sono come dei centri di aggregazione: se togli alle persone la possibilità di ritrovarsi, è come decretare la loro molte». Un centinaio gli esercenti che ieri mattina hanno consegnato, uno dopo l’altro, le chiavi delle loro attività al sindaco. Alessandro Ciriani le ha raccolte in una cesta, con la promessa di impegnarsi a fondo perché possano essere restituite ai proprietari entro breve.

L’INIZIATIVA
«Lamanifestazione - afferma - è lo spaccato di una sofferenza molto più ampia di coloro che da mesi non hanno più reddito. Sono persone con mutui e dipendenti a carico, imposte e incombenze che devono comunque onorare e per le quali non hanno più risorse. Senza di loro la città va verso la morte sociale. Quello che a livello centrale devono capire è che questi piccoli operatori economici non hanno bisogno di provvedimenti di difficile accesso e che creano ulteriore debito, ma di liquidità da iniettare nelle loro tasche, almeno in parte a fondo perduto, per farli ripartire. Mi rendo perfettamente conto che stiamo parlando di una platea amplissima e che nessuno ha la bacchetta magica. Ma in qualche modo queste risorse da parte del Governo devono arrivare, e oltretutto in modo veloce, perché più tempo passa più il sistema rischia di saltare». Per Ciriani l’alternativa sarebbe peggiore e il Paese salterebbe. «Se non inietta liquidità, infatti, lo Stato comunque non risparmierà, perché si allargherà la platea di chi ha bisogno di aiuti per tirare avanti». Nel pomeriggio il sindaco ha comunicato di aver messo a disposizione un pacchetto di aiuti di almeno 2 milioni e mezzo di euro, che si concretizzerà in contenimenti dei tributi locali e interventi per le famiglie. «Alcuni interventi - entra nel merito - saranno indirizzati a tutti, altri a determinate categorie economiche più colpite”. Per Ciriani e l’assessore Burgnich «ci sono ancora alcuni aspetti da limare, per cui attendiamo qualche giorno per presentarlo nei dettagli alle categorie economiche e alle opposizioni, con cui siamo disponibili a discutere. Il piano è finanziato con risorse nostre – precisano – in attesa di eventuali interventi del Governo, che però non si sono ancora visti. Abbiamo prima dovuto mettere in sicurezza il bilancio comunale, coprendo i buchi per le minori entrate provocate dall’emergenza, pari a 3 milioni e 500mila euro». Tra i provvedimenti ci sarà anche il rifinanziamento dei buoni spesa per gli indigenti, che sono stati polverizzati.

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