App Immuni e indagine sierologica, flop anti virus: solo 4,2 milioni di download invece di 25 milioni, appena 70 mila adesioni al test invece di 150mila

smartphone_app_immuni
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di Mario Fabbroni
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Giovedì 23 Luglio 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 08:09
Immuni fa rima con flop. Almeno finora. L’app di tracciamento del contagio infatti è stata scaricata solo da 4,2 milioni di italiani. Eppure è stato già effettuato il giro di boa del mese di vita (a livello nazionale, è entrata in funzione il 15 giugno) ma Immuni proprio non entra nel cuore (e soprattutto negli smartphone) dei cittadini del Belpaese. 
Lo scarso numero di download fa dire agli esperti che «Immuni è praticamente inutile». Cioè non funziona, non riesce a tracciare casi di presunto contatto con il Covid-19 perché avrebbe dovuto raggiungere il 60% di attivazioni: circa 25 milioni di italiani, considerando che può accedere all’App solo la popolazione sopra i 14 anni.



Secondo lo studio del Big Data Institute di Oxford, perché siano utili nel contenere i contagi, le App di tracciamento dovrebbero essere scaricate da almeno il 20% della popolazione. «È una base che tornerà utile in autunno, quando potrebbe esserci un numero superiore di contagi», prova a consolarsi il commissario all’emergenza Covid, Domenico Arcuri. 
Ma l’Italia non è l’unico Paese dove non c’è stata una corsa all’App. In Francia è andata anche peggio: su 1,8 milioni di utenti che hanno scaricato l’App “StopCovid”, più di un quarto l’ha già disinstallata (460 mila). Anche in Giappone il primo bilancio dell’App “Cocoa” è negativo: l’applicazione, infatti, è stata fermata dopo alcuni giorni perché presenta problemi tecnici. In controtendenza la Germania, dove invece “Corona Warn-app” ha raggiunto e superato i 15 milioni di download. 
E bisogna dichiarare “chiusa” l’Indagine Sierologica Nazionale senza che siano state raggiunte le 150 mila persone selezionate dall’Istat: i reagenti infatti sono scaduti da qualche giorno. Organizzato dal ministero della Salute in collaborazione con l’Istituto di statistica e la Croce Rossa, lo studio doveva durare solo due settimane: invece si è protratto fino a oltre un mese e mezzo. I dati reali non sono stati resi noti: si sa solo che, fino alla prima settimana di luglio, avevano aderito 70 mila persone. Un campione da rielaborare, oppure del tutto insufficiente.
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