Il prof. Crisanti: «Con oltre 10mila casi al giorno impossibile tracciare i contatti»

Il prof. Crisanti: «Con oltre 10mila casi al giorno impossibile tracciare i contatti»
Il prof. Crisanti: «Con oltre 10mila casi al giorno impossibile tracciare i contatti»
di Redazione online
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Martedì 20 Ottobre 2020, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 11:38

«Convivere col virus significa portarlo al livelli trasmissione bassa in modo da mantenere una qualità di vita decente e portare avanti l'economia. Si fa solo interrompendo le catene di trasmissioni, ma con 10-12.000 casi al giorno nessun sistema è in grado di farlo»  ha detto oggi lo stesso Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia dell'Università di Padova, intervistato durante Agorà, su Rai 3, sottolineando che «se la App Immuni funzionasse a perfezione e venisse scaricata dal 90% degli italiani, oggi con 10-12.000 casi dovrebbe mandare 150.000-200.000 messaggi al giorno e non c'è sistema che è in grado di gestire questo». Con la capacità che abbiamo «tra 1.500 e 2.000 casi al giorno già non siamo più in grado di fare il tracciamento. Saltata la soglia non funziona più niente. La Lombardia ha avuto l'onestà di dirlo».

Inoltre Crisanti, come riporta il Messaggero, sulla rivista Lettera150 spiega di aver consegnato alle istituzioni un suo progetto lo scorso 20 agosto, progetto che conteneva una proposta di tracciamento automatico di tutti gli appartenenti agli ambienti di vita dei positivi e tamponi diffusi, fino a 400mila al giorno.

«Non ho più avuto riscontri alla mia proposta - scrive il virologo - Ora a distanza di quasi tre mesi vengono emanati nuovi decreti del presidente del consiglio, destinati ad impattare sulla nostra qualità della vita e sulle nostre attività lavorative, subiti pazientemente con la speranza che possano contribuire a diminuire il contagio», commenta Crisanti, «ancora una volta, tuttavia, si persiste nell'errore di non chiedersi come, ridotto il contagio con misure progressivamente restrittive, si faccia a mantenerlo a livelli bassi.

La mancata risposta a questa domanda ci condannerà a una altalena di misure restrittive e ripresa di normalità che avrà effetti disastrosi sull'economia, l'educazione e la vita di relazione».

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