Coprifuoco in Campania e Lombardia, il Piemonte chiude lo shopping: tutte le nuove misure in Italia

Coprifuoco in Campania e Lombardia, il Piemonte chiude lo shopping, altre regioni pronte a nuove misure: la situazione in Italia
Coprifuoco in Campania e Lombardia, il Piemonte chiude lo shopping, altre regioni pronte a nuove misure: la situazione in Italia
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Martedì 20 Ottobre 2020, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 08:17

Il coprifuoco in alcune parti del Paese e le altre Regioni - d'accordo con il governo - pronte a nuove misure restrittive, stavolta «mirate» e solo in alcuni territori. Dopo la Lombardia anche la Campania annuncia «il blocco di tutte attività e della mobilità ogni giorno, dalle 23 alle 5, a partire da venerdì» e limitazioni agli spostamenti tra province con tanto di autocertificazione per lavoro, sanità, scuola o socio-assistenza. Tra le Regioni, in queste ore il partito degli 'interventistì si allarga: il Piemonte chiude nel fine settimana i centri commerciali e introduce l'obbligo per le scuole superiori, escluse le prime classi, di seguire la didattica digitale a distanza per almeno il 50% dei giorni, in alternanza con la presenza in aula. Misura seguita anche dalla Liguria, che ha varato anche il divieto di assembramento.

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Provvedimenti che si susseguono al ritmo dei contagi che, dopo il rallentamento di ieri, tornano a salire: sono stati 10.874 i nuovi casi, a fronte di oltre 144mila tamponi effettuati, e le 89 vittime, il numero più altro da maggio. Le misure prese sono in ordine sparso, ma stavolta c'è un coordinamento nazionale. Il governo ora raccorda gli interventi restrittivi territoriali, così come ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte: «La strategia diversa» di questa seconda fase del contagio da Covid «si giova anche di un sistema di monitoraggio molto sofisticato - spiega - si stanno definendo misure restrittive ma localizzate. Dobbiamo entrare nella prospettiva che possono essere disposte a livello territoriale da presidenti di Regione e sindaci laddove la situazione critica diventi particolarmente preoccupante». Per il premier ora bisogna, «come sta accadendo, mantenere un coordinamento nazionale, costante dialogo e collaborazione in particolare con il ministro della Salute».

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E i governatori chiedono il consenso al ministro della Salute Roberto Speranza, per «tutelarsi» su ulteriori strette, coprifuoco o provvedimenti di zone rosse. Contatti anche con il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, che nonostante il suo stato di isolamento fiduciario (l'ex ministra De Girolamo è positiva) ha sentito al telefono quasi tutti presidenti fornendo il proprio sostegno: l'obiettivo resta «tutelare al massimo lavoro e scuola, ma intervenire territorialmente dove ci sono criticità». Uno degli allarmi viene dalla Campania, dove il vice presidente dell'Ordine dei medici di Napoli avverte: «le notizie che arrivano dagli ospedali mi preoccupano molto. Per questo è bene dircelo fuori dai denti, la Campania è malata. Napoli è malata». E il governatore De Luca corre ai ripari con un coprifuoco fotocopia dell'ordinanza della Lombardia, ma fa un passo di lato sulla scuola, autorizzando da lunedì anche le attività delle elementari. Restano chiuse nella regione solo medie e superiori. Dopo un colloquio con il ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, il governatore ha incassato l'invio immediato di cento militari a supporto dei controlli sul territorio e per il rispetto delle ordinanze anti-Covid. Ma con la possibilità di limitazioni di spostamenti tra province. Sembra alle spalle anche la polemica del governo con i sindaci, che avevano contestato la stretta sulla movida e le chiusure delle strade «a carico loro».

In attesa dell'incontro nelle prossime ore tra le citta metropolitane e il Viminale - ora al centro della mediazione con gli Enti Locali - è stata inviata ai Prefetti una circolare del capo di Gabinetto, Bruno Frattasi, che fornisce alcune indicazioni sui profili attuativi del Dpcm sulle misure anti-covid. Tra queste, anche la possibilità di prevedere «una chiusura parziale delle strade o delle piazze, restringendo, cioè, l'accesso senza interdirlo totalmente, con il contingentamento degli ingressi», ovvero accessi 'a numero chiusO'. I sindaci dovranno informare con «adeguati mezzi comunicativi», sia le associazioni di categoria, sia la cittadinanza interessata, della chiusura di piazze e vie a rischio assembramento. Ci saranno margini di flessibilità sul rispetto degli orari e per i controlli, se necessario, è previsto anche l'ausilio dell'esercito.

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A Roma potrebbero scattare chiusure di porzioni di piazze della movida per evitare assembramenti e agevolare con 'corridoi naturali' l'afflusso agli esercizi commerciali. È quanto emerso da una riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza, presieduto dal prefetto Matteo Piantedosi, a cui hanno partecipato i vertici delle forze dell'ordine della Capitale, la sindaca Virginia Raggi e la polizia locale.

In particolare sarebbe stato stabilito che l'attuazione delle misure previste dall'ultimo Dpcm riguardo la chiusura di piazze della movida avverrà in sede di Comitato e poi successivamente potrebbero essere recepite con un'ordinanza del sindaco. 

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