Con il nuovo dpcm possibili 'zone rosse' anche nelle Regioni gialle o arancioni

Con il nuovo dpcm possibili 'zone rosse' anche nelle Regioni gialle o arancioni
Con il nuovo dpcm possibili 'zone rosse' anche nelle Regioni gialle o arancioni
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Mercoledì 4 Novembre 2020, 23:08

Non solo regioni gialle, arancioni o rosse. Anche all'interno di una zona gialla o arancione, «credo che l'applicazione di zone rosse su base sub-regionale», cioè relative «a parti piccole del territorio» laddove la specifica diffusione di Covid-19 lo richiedesse, «sia un meccanismo ancora del tutto praticabile» con il nuovo Dpcm. Lo ha chiarito Giovanni Rezza, direttore generale Prevenzione del ministero della Salute, rispondendo alle domande dei giornalisti in conferenza stampa al ministero sulla situazione dell'epidemia in Italia.

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«È la Regione - ha precisato l'esperto - che sul campo riesce a cogliere prima se ci sono problemi in una determinata zona. È stata sempre questa la filosofia che ha ispirato l'istituzione di zone rosse, decise con ordinanze dalla Regione, a volte consultandosi con il ministero della Salute, piuttosto che con il Comitato tecnico scientifico o con l'Istituto superiore della sanità».

Allo stesso modo, ha aggiunto Rezza, «credo che una Regione potrebbe dire 'in questa provincia assolutamente non abbiamo problemi', e valutare quindi la possibilità di esentarla dall'applicazione di misure più restrittive».

A chi gli chiede se Lombardia, Piemonte e Campania - citate da Rezza come alcune delle regioni più colpite da Covid-19 - saranno comprese fra le future 'regioni rosse', il Dg risponde che «questo è ancora in via di valutazione». L'analisi avverrà sulla base dei «criteri scritti nel Dpcm», che tengono conto da un lato di «un indicatore forte come l'Rt» e dall'altro di «un insieme di parametri».

Quanto all'Rt, all'inizio della crisi coronavirus considerato «un parametro quasi esoterico», è un dato chiave perché «indica una tendenza: se oggi l'Rt aumenta - ha evidenziato Rezza - ci dice che domani aumenteranno i casi, e quindi le ospedalizzazioni e i ricoveri in terapia intensiva». E «poi ci sono 21 indicatori, compresi quelli di resilienza, che indicano quanto il sistema è in grado di rispondere» all'impatto delle infezioni «e di darci dati affidabili. È su questo che si sta ragionando».

A chi si chiede perché non definire «un automatismo», basato su specifici parametri, per decidere il 'colore' di una regione o di un'area, Rezza spiega che «l'automatismo c'è, è previsto anche nel Dpcm». Solo che non si basa su un dato solo, ma su un insieme complesso di indicatori: «Se noi basassimo tutto su un solo parametro, l'Rt o l'incidenza, magari questo automatismo sarebbe facile e comprensibile, però sarebbe fallace». Basandolo invece su un insieme complesso, ci si mette al sicuro nel caso in cui, per esempio, «abbiamo una regione che non riporta con completezza i dati». 

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