Venezia, colpita da un ombrellone al volto in spiaggia: rischia di perdere la vista

Venezia, colpita da un ombrellone al volto in spiaggia: rischia di perdere la vista
di Nicola Munaro
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Lunedì 8 Giugno 2020, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 11:52

Lei, veneziana, 71 anni, professoressa d’inglese appassionata di fotografia e viaggi, non avrebbe mai potuto immaginare che una giornata in spiaggia, in riva al mare, sinonimo di tranquillità, potesse di colpo portarla in ospedale e cambiare la sua stessa vita, rischiando di farle perdere la vista. Ma è esattamente quanto successo la fine maggio al Blue Moon quando un ombrellone l’ha colpita in pieno volto. E adesso lei cerca chi l’ha aiutata, mentre nei prossimi giorni verrà formalizzata una richiesta danni nei confronti della spiaggia.

Lido, spiaggia del Blue Moon, ore 15 di lunedì 25 maggio, con la Fase 2 dell’era coronavirus da poco inaugurata. Queste le prime coordinate della storia. Per godersi un po’ di tranquillità e di aria aperta dopo quasi tre mesi di detenzione forzata per via del Covid-19, la professoressa settantunenne decide di passare un pomeriggio in spiaggia al Lido, dopo che il Governo e la Regione le hanno di fatto riaperte. Arrivata al Blue Moon, la veneziana noleggia sdraio e ombrellone in prima fila, ad un passo dal mare. Lì si addormenta. 
A svegliarla all’improvviso, catapultandola però in uno stato di semi-coscienza, è una terribile botta al volto, all’altezza degli occhi. La donna, intontita, sente che attorno a sé c’è chi le parla, chi la aiuta e le dice di stare calma e tra le varie conversazioni c’è anche chi prova a ricostruire i fatti. 
«È volato un ombrellone e l’ha colpita», sente dire la settantunenne dai soccorritori. Gli stessi che chiamano il 118, arrivato al Lido con un’idroambulanza che la trasporta in Pronto soccorso all’ospedale Santi Giovanni e Paolo di Venezia, dove le vengono cuciti dei punti per una lesione alla fronte e dove la donna è ancora ricoverata. A giorni infatti verrà operata per ridurre i danni della botta ricevuta, anche se quanto successo lascerà dei segni permanenti.
Ciò che più interessa adesso alla settantunenne professoressa di inglese, è trovare chi l’ha aiutata subito dopo essere stata colpita dall’ombrellone. Per tentare di ricostruire questa specie di buco nella memoria, anche il figlio ha lanciato un appello su Facebook alla ricerca di testimoni, anche perché la professoressa era sola in spiaggia e attorno a sé non conosceva nessuno degli altri bagnanti.
Nella sua ricerca si è rivolta anche all’avvocatessa Claudia Brocca che si sta muovendo per provare a ricostruire i fili della vicenda.
Non solo, perché nei prossimi giorni verrà formalizzata anche una richiesta di risarcimento del danno nei confronti della spiaggia dal momento che quanto successo potrebbe avere delle ripercussioni importanti sulla vita di una donna abituata a vivere in maniera indipendente, amante dei viaggi e della fotografia. 
Molto, per capire la vera entità del danno, dipenderà dall’operazione a cui verrà sottoposta nei prossimi giorni. Poi ripartirà la caccia ai testimoni.

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