​In Italia oltre 960.000 lavoratori domestici, il 30% nel Nord-Ovest. L’85% sono donne, a Roma e in Lombardia il numero più alto

In Italia oltre 960.000 lavoratori domestici, il 30% nel Nord-Ovest. L 85% sono donne, a Roma e in Lombardia il numero più alto
​​In Italia oltre 960.000 lavoratori domestici, il 30% nel Nord-Ovest. L’85% sono donne, a Roma e in Lombardia il numero più alto
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Mercoledì 22 Giugno 2022, 14:07

«Colf e badanti. I numeri che emergono dal “Report 2022 dell’Osservatorio INPS sul Lavoro domestico in Italia”» organizzato da "Nuova Collaborazione", associazione nazionale fondata a Torino nel 1969 che rappresenta e tutela gli interessi dei datori di lavoro domestico. In occasione della pubblicazione del Report 2022 dell’Osservatorio INPS sul Lavoro domestico in Italia, Giulio Mattioni (Coordinamento statistico attuariale della Direzione generale INPS) – responsabile del rapporto – ha illustrato i principali dati nazionali su colf e badanti pubblicati dall’Istituto.

«L’aumento progressivo dei contratti di lavoro domestico regolari che emerge dall’Osservatorio INPS è un ottimo segnale – ha commentato Alfredo Saiva (Presidente nazionale NC Nuova Collaborazione) – Certamente sono gli effetti dell’onda lunga della pandemia e dei lockdown che hanno stimolato l’emersione del sommerso. La situazione ci spinge a chiedere al Governo una maggiore attenzione al settore e alle famiglie. Qualcosa si sta muovendo anche grazie all’impegno convinto del ministro Elena Bonetti, che con il Family Act ha intrapreso una strada nuova e più unitaria rispetto agli interventi per la famiglia. Ma non bastano ancora. Ci muoveremo presto – ha aggiunto Savia – per chiedere all’Esecutivo di guardare al lavoro domestico con lungimiranza, in particolare per la deducibilità dal reddito di tutte le retribuzioni corrisposte ai lavoratori domestici e dei contributi obbligatori. Sarebbe un modo per intervenire sulla regolarità dell’occupazione aumentando anche il gettito fiscale».

All’incontro – moderato dal giornalista Francesco Antonioli (Direttore di Mondo Economico) – ha partecipato anche l’economista Giuseppe Russo (Direttore del Centro di Ricerca e Documentazione Luigi Einaudi), cui "Nuova Collaborazione" ha affidato per i prossimi tre anni lo studio di problemi specifici del lavoro domestico, in maniera tale da avere tendenze, simulazioni e comparazioni con altri Paesi europei utili a sostenere le esigenze della famiglie datrici di lavoro domestico in Italia presso il Governo.

In Italia per il secondo anno consecutivo crescono i lavoratori domestici (961.000 nel 2021) e crescono gli italiani (il 30% del totale)

Nel 2021 il numero totale dei lavoratori domestici è stato pari a 961.358, in aumento del 2% rispetto all’anno precedente, del 12% rispetto al 2019 ultimo anno prima della pandemia. Gli incrementi degli ultimi due anni riportano l’occupazione nel lavoro domestico ai livelli del 2013 dopo un lungo periodo di declino durato ben sette anni. Due i motivi di questo trend positivo: il lockdown che da marzo 2020 ha agevolato un’emersione spontanea di molte posizioni irregolari per consentire ai lavoratori (soprattutto italiani) di potersi spostare per raggiungere il luogo di lavoro; successivamente il “Decreto Rilancio” (D.L. 34/2020) che da giugno 2020 ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari che ha riguardato soprattutto lavoratori stranieri e in particolare extracomunitari. Tra i precedenti interventi normativi di regolarizzazione, quelli del 2009 (D.L. 78/2009) e 2012 (D.Lgs. 10/2012) avevano portato l’occupazione nel lavoro domestico a oltre 1 milione (81% gli stranieri). Fattore ricorrente è il calo “fisiologico” che si registra negli anni immediatamente successivi ai provvedimenti di emersione, previsti esplicitamente per l’impiego nel lavoro domestico: ciò dipende dal fatto che tale impiego costituisce un’occasione di ingresso nel mercato del lavoro per poi indirizzarsi su altri settori di attività.

Infatti dopo aver superato il milione di occupati nel 2012, dal 2013 il numero di lavoratori domestici inizia a diminuire e la diminuzione riguarda solo i lavoratori stranieri che nel 2021, con 672.609 lavoratori rappresentano il 70% del totale. Del resto anche nell’ultimo biennio, al netto dei regolarizzati, avremo registrato un trend di contrazione. Nello stesso periodo i lavoratori domestici italiani iniziano ad aumentare crescendo di oltre il 40% tra il 2013 e il 2021 e, con 288.749 occupati, rappresentano ora il 30% del totale (Cfr. Grafico 1).

L’85% sono donne, cresce l’età media (il 50% ha 50 anni o più) e il numero delle badanti (47%) ha quasi raggiunto quello delle colf (53%)

La composizione per genere dei lavoratori domestici nel 2021 conferma la netta prevalenza delle donne, con 816.476 lavoratrici, pari all’84,9% del totale, una quota minore rispetto all’88-89% degli anni precedenti la pandemia. Dalla distribuzione per età dei lavoratori emerge che nel 2021 oltre la metà dei lavoratori ha 50 anni o più e solo il 7% ha meno di 30 anni. Nel 2009, con una platea di lavoratori di consistenza analoga al 2021, gli ultracinquantenni erano poco più dei giovani sotto i 30 anni, 24% contro 20% (Cfr. Grafico 2). Dal 2014-2015 il fenomeno dell’invecchiamento della platea dei lavoratori domestici ha subito una accelerazione, più o meno nello stesso periodo in cui è iniziato a crescere il numero di badanti. La ripartizione per tipologia di rapporto di lavoro mostra che nel 2021 la maggior parte dei lavoratori domestici, circa 510.000, svolge l’attività di colf (53%), mentre sono 451.371 i lavoratori domestici che svolgono l’attività di badante (47%); il trend di avvicinamento tra le due figure professionali iniziato da una decina di anni (nel 2012 la quota di badanti era pari al 36%) si è stabilizzato al 47% negli ultimi anni, dopo aver raggiunto il massimo nel 2019 (48%), complice il progressivo invecchiamento della popolazione italiana e con esso l’esigenza di un lavoro di assistenza alla persona. 

Nord Ovest (30,5%) e Centro (26,8%) le aree con il maggior numero di lavoratori. In Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna, Toscana, Piemonte e Veneto i due terzi dei lavoratori. Roma, Milano e Torino guidano la classifica delle province

A livello territoriale, nel 2021 i domestici lavorano maggiormente nel Nord-Ovest, con 293.521 lavoratori (30,5%) e al Centro con poco più di 257.678 lavoratori (26,8%) (Cfr. Grafico 3). La regione con il maggior numero di lavoratori domestici è la Lombardia con 184.806 lavoratori, pari al 19,2% del totale; altre regioni in cui è presente molto lavoro domestico sono il Lazio con il 13,5% e poi Emilia-Romagna (8,9%), Toscana (8,5%), Veneto (8%) e Piemonte (7,7%). In queste sei regioni del Centro Nord si concentra il 66% dei lavoratori domestici in Italia. A livello provinciale nel 2021 la distribuzione del numero di domestici conferma che le tre province con il maggior numero di lavoratori sono Roma con circa 115.893 unità (12,1% del totale), Milano con oltre 92.000 unità (9,6%) e Torino con 43.613 lavoratori (4,5%).

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