Choc al lavoro, artigiano ingoia chiodo di 3 centimetri che finisce in fondo al polmone

Choc al lavoro, artigiano ingoia chiodo di 3 centimetri che finisce in fondo al polmone
di Redazione Web
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Venerdì 20 Maggio 2022, 20:42 - Ultimo aggiornamento: 20:47

Il chiodo di quasi tre centimetri di lunghezza era penetrato accidentalmente fino in fondo al polmone. Per fortuna, in ospedale, il paziente - un artigiano 60enne che lo aveva ingoiato - ha trovato i medici dello staff di pneumologia guidato dal dottor Vincenzo Patruno, che avevano dalla loro un’impagabile esperienza e la provvidenziale dotazione di broncoscopi sottilissimi, arrivati in reparto da poco. E così l’uomo è stato liberato dal chiodo senza che si dovesse sottoporre a un importante intervento di chirurgia toracica per rimuovere l’elemento estraneo.

La delicata operazione è stata portata a termine nella serata di ieri, mercoledì 18 maggio, dall’équipe medica della Struttura di Pneumologia dell’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine, che è riuscita in un’operazione di straordinaria precisione che ha evitato al sessantenne di dover finire sotto i ferri. Il paziente è giunto presso la struttura per aver inalato accidentalmente un chiodo di circa 3 centimetri: il corpo estraneo era  in fondo al polmone (per l’esattezza nel lobo medio fino al bronco subsegmentario di quarto ordine) ed è stato estratto con una pinza di 1,2 millimetri.

Gli pneumologi sono riusciti nell’estrazione del corpo estraneo grazie all’elevatissimo grado di esperienza degli specialisti. «Un atto di grande difficoltà tecnica e di precisione assoluta che ha letteralmente salvato, se non la vita, sicuramente il polmone del paziente evitandone la rimozione in chirurgia toracica - afferma Vincenzo Patruno, direttore della Struttura -.

Siamo orgogliosi di questo risultato e soprattutto di aver evitato al paziente un percorso clinico ben più complesso». Soddisfatto il direttore medico del presidio ospedaliero Luca Lattuada: «Si tratta di un ottimo risultato che testimonia l’altissima qualità dei professionisti che operano nelle nostre strutture, che non conoscono orario e sono sempre presenti quando è necessario, e il continuo miglioramento che avviene a livello specialistico: allo stesso tempo sappiamo benissimo cosa significhi non andare sotto i ferri per un paziente e questa è, ovviamente, un’altra ottima notizia».

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