Chiama l'arbitro "terrone", allenatore delle giovanili punito col Daspo per un anno

Chiama l'arbitro "terrone", allenatore delle giovanili punito col Daspo per un anno
Chiama l'arbitro "terrone", allenatore delle giovanili punito col Daspo per un anno
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 13:16
Ha apostrofato l'arbitro chiamandolo "terrone" e la Questura gli ha inflitto un Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) per un anno. Una decisione piuttosto severa, quella che ha punito l'allenatore di una squadra giovanile di Pordenone, militante nella categoria Esordienti (11 anni). L'episodio è avvenuto durante la sfida tra Fontanafredda (dove allenava il 42enne allenatore) e la Sacilese.

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L'allenatore, dopo la clamorosa decisione, non avrà accesso ad alcuna manifestazione sportiva e dovrà immediatamente lasciare la guida tecnica della sua formazione. L'episodio è avvenuto durante una sfida tra giovani calciatori nella città di Sacile (Pordenone). Nella serata di ieri, personale della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Pordenone ha notificato il provvedimento di Divieto di Accesso ai luoghi ove si svolgono Manifestazioni Sportive« (il cosiddetto »Daspo«), disposto dal Questore di Pordenone Marco Odorisio nei confronti del 42enne allenatore della squadra di calcio, militante nel campionato di calcio Figc, che quel giorno era in trasferta. L'arbitro, come avviene sempre in queste categorie, non era federale, bensì era un dirigente della formazione avversaria, accreditato a dirigere la gara dopo aver svolto uno specifico corso in Federazione.

Marco Odorosio, questore di Pordenone, ha difeso così la sua decisione: «Non è un comportamento edificante per chi dovrebbe educare giovani adolescenti al rispetto delle regole e dell'avversario. Quelle condotte, oltre ad essere verbalmente violente e improntate sulla discriminazione territoriale, sono ancora più negative se avvengono davanti a bambini di 11 anni. La Digos ha accertato che quell'allenatore durante la partita reiterasse numerose condotte verbalmente e materialmente violente indirizzate, sia verso i giovanissimi calciatori in campo, sia a quelli in panchina».

Il Fontanafredda dovrà ora cercare un nuovo tecnico per la squadra Esordienti e la Sacilese ha mostrato disponibilità e fair play. «Trovare un allenatore bravo è difficile, prima di tutto deve essere un educatore esemplare, ma se gli amici del Fontanafredda avessero la necessità di un sostituto del mister che ha ricevuto il Daspo, siamo a loro disposizione per dare aiuto, per il bene dei ragazzi» - ha spiegato il presidente della Sacilese, Ivano Driussi - «Non ci eravamo neanche accorti di quell'episodio durante la partita, erano stati i genitori in tribuna a sentire quelle parole e a farlo presente alla stampa locale. Per questo non avevamo segnalato nulla alla Figc».

La notizia, comunque, ha stupito non poco il comitato regionale della Figc per il Friuli-Venezia Giulia. Il presidente Ermes Canciani ha spiegato: «Non entro nel merito della vicenda, ma mi rammarico che prima di assumere una decisione così grave rispetto a un nostro tesserato non ci sia stato il coinvolgimento almeno della delegazione provinciale della Figc. Noi offriamo sempre la massima collaborazione e forse in questo caso il dialogo sarebbe servito a stemperare i toni della vicenda, il Fontanafredda e il suo allenatore hanno sempre dimostrato di avere condotte esemplari».

Il Fontanafredda respinge però ogni accusa. Il presidente Luca Muranella, all'Ansa, ha commentato così: «Avevamo già smentito la ricostruzione fatta da un giornale locale e pensavamo fosse finita lì. Invece ci ritroviamo sulle prime pagine di tutti i siti di informazione d'Italia per un episodio che non è accaduto, almeno non nei termini in cui viene descritto». Il tecnico raggiunto da Daspo, invece, ha affermato: «È stato un fulmine a ciel sereno: i bambini che alleno mi chiamano in lacrime e non si danno pace perché non li potrò allenare per un anno. Mi hanno dipinto come un invasato quando invece nulla in quella partita è stato men che normale. Ci sono state strette di mano e il 'terzo tempo', a cui non ho partecipato perché avevo un impegno subito dopo la partita. Ieri sera, quando sono stato convocato in Questura, ingenuamente pensavo fosse per qualche multa. Si sono basati sulle dichiarazioni di un genitore, che peraltro non ho mai conosciuto in vita mia».
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