Cesare Battisti chiede di uscire dall'isolamento, il figlio di una delle vittime: «Si cucia la bocca e sconti la sua pena»

Cesare Battisti chiede di uscire dall'isolamento, il figlio di una delle vittime: «Si cucia la bocca e sconti la sua pena»
Cesare Battisti chiede di uscire dall'isolamento, il figlio di una delle vittime: «Si cucia la bocca e sconti la sua pena»
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Sabato 18 Luglio 2020, 20:26
Cesare Battisti, arrestato nel gennaio dello scorso anno dopo lunghissimi anni di latitanza all'estero, è attualmente detenuto in carcere a Massama (Oristano) ma ha avanzato più volte diverse richieste in merito alla sua carcerazione. Dopo l'ennesima richiesta è intervenuto il figlio di una delle sue vittime: «Ora basta, si cucia la bocca e sconti la sua pena».

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Negli ultimi mesi, Cesare Battisti, ex leader dei Proletari armati per il Comunismo, aveva prima chiesto una revisione della sua condanna all'ergastolo, poi aveva chiesto di essere scarcerato per timore del contagio da coronavirus, si era lamentato del cibo che gli veniva servito per le sue condizioni di salute e, infine, aveva chiesto di non essere più sottoposto al regime di isolamento e di essere trasferito. Gianfranco Sollai, legale di Cesare Battisti, ha presentato l'istanza spiegando: «Nei suoi confronti si sta esercitando un abuso di potere e chiediamo che si certifichino le responsabilità in capo a chiunque ha in questa vicenda un ruolo pubblico. I sei mesi di isolamento previsti dalla pena sono già scaduti ma lui è ancora lì, a causa degli spazi limitati nel carcere».

Non si è fatta attendere la replica di Adriano Sabbadin, figlio di una delle vittime di Cesare Battisti. Il padre Lino, macellaio di Santa Maria di Sala (Venezia), fu ucciso dai membri del Pac il 16 febbraio 1979. «Se c'è un'istanza dei legali e una denuncia per abuso d'ufficio, sarà la magistratura a valutare. Ma è ora che si cucia la bocca una volta per tutte e sconti la sua pena» - ha spiegato Adriano Sabbadin all'AdnKronos - «Siamo stanchi delle sue uscite, non gli va bene neanche il cibo. Taccia e sconti la pena. La nostra, di pena, la stiamo ancora sopportando. Ribadisco: non lo perdono, da parte sua non c'è mai stato alcun pentimento».
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