Quando sta arrivando Natale, lo si avverte per tempo, non solo da pandori e panettoni negli scaffali dei supermercati o dalle pubblicità in tv, ma anche dalle luminarie che in piccoli e grandi Comuni sbucano per illuminare le strade. Ma il senso più profondo del Natale qual è, se non essere più buoni e solidali gli uni con gli altri? Se lo son certamente chiesti a Cesara, paesino piemontese della provincia del Verbano-Cusio-Ossola, abitato da poco meno di 600 anime. Da ben 32 anni, il Comune di Cesara ha rinunciato alle luminarie natalizie, risparmiando quasi 150mila euro, una grossa somma di denaro che invece è destinata ogni anno alla solidarietà e all'aiuto dei più bisognosi.
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Il denaro risparmiato dalle luminarie di Natale non allestite, il Comune di Cesara lo ha devoluto nel corso degli anni a svariati progetti benefici e di cooperazione sia con i Paesi dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina, sia a progetti contro la povertà e a favore dei bisogni del territorio.
Come riporta La Stampa, per don Renato «L'idea è quella di porre un segno alternativo alla banalizzazione del Natale, spesso circondato da un clima di spreco. E quest'anno c'è ancora più bisogno di speranza e solidarietà. Ecco perché la nostra iniziativa ha ancora più valore». Per il 2020, i soldi che sarebbero stati spesi in luminarie andranno invece ai poveri del territorio, in particolare alle famiglie colpite dall'alluvione di inizio ottobre, e ad una cooperativa di 12 donne in Afghanistan, nella zona di Herat, che si dedica alla coltivazione dello zafferano.
Ma Cesara non è stata l'unica, anzi, ha fatto da apripista. Oggi infatti sono decine i Comuni italiani che invece di allestire le luminarie in città, devolvono quel denaro in beneficenza. Chi vuole, può comunque allestire delle piccole candele fuori dalle proprie case, come simboliche luci. «Questo è il vero significato del Natale», ha concluso don Renato.