Caso Suarez, il diesse della Juve Paratici indagato dalla Procura di Perugia

Caso Suarez, il diesse della Juve Paratici indagato dalla Procura di Perugia
5 Minuti di Lettura
Venerdì 4 Dicembre 2020, 17:13 - Ultimo aggiornamento: 22:03

Le indagini sul caso Suarez "hanno fatto emergere ipotesi (invero tuttora al vaglio degli inquirenti) di false dichiarazioni al pm rese dall'avvocato Chiappero e dal dirigente (della Juventus - ndr) Paratici in occasione delle audizioni presso la procura di Perugia". E' quanto si legge nell'ordinanza con cui il gip Piercarlo Frabotta ha disposto una serie di misure interdittive. Sono sette gli indagati nel procedimento della procura di Perugia sul cosiddetto 'Caso Suarez' elencati nella misura interdittiva spiccata dal gip.

 

Tra essi figura anche l'avvocato torinese Maria Turco, indicata come "legale incaricato dalla Juventus" per l'allestimento dell'esame di italiano del calciatore nell'Ateneo umbro.

L'ipotesi di reato, in concorso, è il falso ideologico.

Juventus conferma, con una nota pubblicata sul suo sito web, che oggi "è stata notificata a Fabio Paratici un'Informazione di garanzia e sul diritto di difesa". Il reato ipotizzato dalla Procura di Perugia, precisa il club "è esclusivamente l'articolo 371 bis" del codice penale, ovvero false informazioni al pubblico ministero. In merito al caso Suarez, la Juventus, nel confermare l'avviso di garanzia a Fabio Paratici, ribadisce "con forza la correttezza dell'operato" del suo dirigente e "confida che le indagini in corso contribuiranno a chiarire la sua posizione in tempi ragionevoli". Lo si legge in una nota pubblicata sul sito del club.

 Sono sette gli indagati nel procedimento della procura di Perugia sul cosiddetto “Caso Suarez” elencati nella misura interdittiva spiccata dal gip. Tra essi figura anche l'avvocato torinese Maria Turco, indicata come «legale incaricato dalla Juventus» per l'allestimento dell'esame di italiano del calciatore nell'Ateneo umbro. L'ipotesi di reato, in concorso, è il falso ideologico.

Il direttore sportivo della Juventus Fabio Paratici contattò il ministro dei Trasporti Paola de Micheli, sua amica di infanzia, «per velocizzare la pratica ministeriale di riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez». È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta della procura di Perugia e del Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza secondo le quali il ministro diede a Paratici il contatto del capo di gabinetto del Viminale Bruno Frattasi. De Micheli, si legge ancora, «ha ammesso» di aver procurato il contatto. 

La ministra Paola De Micheli precisa in una nota che «come dichiarato anche ai magistrati in qualità di persona informata sui fatti, lo scorso settembre il dirigente della Juventus, Fabio Paratici, mio amico di infanzia e originario della mia stessa città, mi ha contattata per avere informazioni su come completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana del calciatore Luis Alberto Suárez Daz. Non avendo conoscenza della procedura specifica, ho chiamato il capo di gabinetto del ministero dell'Interno, Bruno Frattasi, per anticipargli che sarebbe stato contattato da un dirigente della Juve che aveva bisogno di avere informazioni necessarie per completare la pratica per il riconoscimento della cittadinanza italiana di Suarez. Ogni racconto differente da questi fatti è pura strumentalizzazione che non corrisponde a quanto accaduto realmente, dal momento che non ho nulla a che fare con la procedura d'esame d'italiano di Suarez, oggetto dell'inchiesta», conclude la nota.

LA VICENDA. Erano stati "preventivamente comunicati" a Luis Suarez i contenuti della prova "farsa" per la conoscenza della lingua italiana sostenuto all'Università per Stranieri di Perugia, "giungendo a predeterminare l'esito ed il punteggio d'esame, per corrispondere alle richieste che erano state avanzate dalla Juventus, con la finalità di conseguire un positivo ritorno di immagine, tanto personale quanto per l'Università". E' quanto emerge dagli ulteriori accertamenti condotti dalla guardia di finanza coordinata dalla procura del capoluogo umbro. 

Gli accertamenti investigativi hanno consentito "di comprendere come, nei primi giorni del mese di settembre del 2020, la dirigenza del club torinese si fosse attivata, anche ai massimi livelli istituzionali, per 'accelerare' il riconoscimento della cittadinanza italiana nei confronti di Suarez, facendo, quindi, ipotizzare nuove ipotesi di reato a carico di soggetti diversi dagli appartenenti all'università, tuttora in corso di approfondimento". E' quanto emerge da una nota del procuratore di Perugia Raffaele Cantone sugli ulteriori sviluppi dell'indagine Suarez.    

Sospesa per otto mesi dall'esercizio del pubblico ufficio la rettrice dell'Università per Stranieri di Perugia Giuliana Grego Bolli nell'indagine sull'esame "farsa" di Luis Suarez. Il Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza le ha notificato un'ordinanza di applicazione della misura cautelare interdittiva. Stesso provvedimento per il direttore generale Simone Olivieri, per la professoressa Stefania Spina e per il componente della commissione "Celi Immigrati",prof. Lorenzo Rocca.

Ipotizzati la violazione del segreto d'ufficio finalizzata all'indebito profitto patrimoniale e falsità ideologiche in atti pubblici .

© RIPRODUZIONE RISERVATA