Roma, carbonizzati in auto: l'ultimo sms di Maria inviato otto minuti prima del rogo. Nuovi scenari d'indagine

La scena del crimine dove sono stati trovati i cadaveri carbonizzati di Domenico Raco e Maria Corazza( nella foto a destra)
La scena del crimine dove sono stati trovati i cadaveri carbonizzati di Domenico Raco e Maria Corazza( nella foto a destra)
di Emilio Orlando
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Sabato 15 Giugno 2019, 16:35 - Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 20:11

Un messaggio sulla chat di famiglia inviato da Maria Corazza che risalirebbe ad otto minuti prima dell' incendio, potrebbe riscrivere quanto emerso sin ora dalle prime indagini. Sul gruppo di whatsapp era presente anche Domenico Raco, che avrebbe anche risposto alla conversazione con un buongiorno. Nel frattempo si è consilidato ancora di più l' alibi di Maurizio Di Natale, il convivente della donna e padre della figlia quattordicenne. «Amavo Maria, non le avrei mai fatto del male. Abbiamo accompagnato nostra figlia a scuola e poi sono andato a lavorare». Sono state queste le parole di Maurizio Di Natale, il convivente della quarantottenne Maria Corazza trovata carbonizzata ieri mattina in una zona di campagna a Torvaianica insieme a Domenico Rago.


Maurizio Di Natale

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La macabra scoperta dei due cadaveri bruciati è stata fatta dai vigili del fuoco, chiamati ad intervenire per un incendio di un' autovettura in via di San Pancrazio a Torvaianica alta, una località balneare sul litorale romano. Un vero rebus per i detective del reparto investigativo di Frascati e del nucleo operativo della compagnia di Pomezia entrambi delegati alle indagini dalla procura di Velletri. Gli inquirenti hanno ascoltato fino alla tarda serata di ieri l' attuale compagno della donna, che ha fornito un alibi di ferro confermato anche dai colleghi di lavoro. Alle 8 in punto era uscito di casa insieme a Maria ed alla figlia quattordicenne per accompagnarla a scuola dove doveva sostenere l' esame d' ammissione alle scuole superiori. Entrambi viaggiavano a bordo di due macchine. Maurizio sulla sua Fiat 500 e Maria si era fatta prestare la Ford Fiesta dalla madre. 



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Da quel momento in poi le strade dei due conviventi si sono divise. L' uomo deve recarsi a Frosinone per conto dell' azienda per cui lavora che commercia vernici da carrozzeria. Maria invece sarebbe dovuta andare in banca per sbrigare alcune pratiche e nel pomeriggio doveva timbrare il cartellino sul posto di lavoro a Santa Palomba dove era impiegata in una ditta di pulizie. Tre colleghi di lavoro hanno confermato la versione fornita dall' uomo ai carabinieri. Per tutta la giornata di ieri Di Natale è stato ascoltato come persona informata sui fatti, per ricostruire gli ultimi attimi in cui aveva visto la comagna in vita. Lungo il tragitto dalla scuola della figlia al posto dove poi è stata trovata cadavere, Maria fa salire in macchina Domenico Raco che si mette alla guida. Forse i due intratenevano una relazione clandestina. Secondo gli investigatori non ci sono elementi che collochino Maurizio DI Natale a quell' ora sulla scena del crimine. Inoltre lo spazio temporale in cui si sarebbe consumata l' azione criminale sarebbe molto ristretto. Tutto si sarebbe svolto in un quarto d' ora al massimo. Infatti l' ultimo messaggio mandato da Maria sulla chat Whatsapp di famiglia risale più o meno a otto minuti della chiamata dei residenti ai vigili del fuoco, che è stata fatta alle 8,38.



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Un giallo che sta scuotendo i residenti di Torvaianica, che in questi giorni sono alle prese con i turisti che affollanno la località di mare, meta da sempre del pendolarismo dei vacanzieri romani. I carabinieri hanno acquisito tutte le conversazioni dei partecipanti alla chat. Lunedì al centro di medicina legale di Tor Vergata, verrà effettuata l' autopsia sui due corpi carbonizzati. Non è del tutto esclusa la pista dell'omicidio suicidio. A quanto pare Domenico Raco, ex guardia giurata possedeva una pistola. Un rompicapo per gli investigatori, simile al duplice omicidio di Pordenone dove vennero assassinati Teresa Costanza e Trifone Ragone, risolto poi a distanza di mesi. Nella zona isolata ed ipervia dove sono stati trovati i cadaveri di Maria e Domenico, la cui identificazione certa sarà possibile solo dopo le analisi genetiche forsensi sui Dna, non ci sono telecamere funzionanti che possano aver ripreso la scena. 

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