Carabinieri Piacenza, la compagna di Montella non risponde: «È molto provata»

Carabinieri Piacenza, la compagna di Montella non risponde: «È molto provata»
2 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Luglio 2020, 13:51 - Ultimo aggiornamento: 13:57

Maria Luisa Cattaneo «è molto provata e non si è pertanto sottoposta all'interrogatorio». Lo riferisce all'Ansa l'avvocato Daniele Pezza, difensore della compagna dell'appuntato Giuseppe Montella. La donna, ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta Odysseus e ritenuta complice in alcuni reati del militare, «ha tuttavia reso spontanee dichiarazioni con le quali ha chiarito i propri rapporti con il signor Montella e si è dichiarata estranea ad ogni attività di spaccio», aggiunge il legale, all'esito dell'interrogatorio di garanzia.

Leggi anche > Carabinieri Piacenza, il maresciallo Orlando non risponde al gip: «In 30 anni mai una sanzione». Caserma sotto sequestro



Fissato per oggi anche l'interrogatorio del maresciallo Marco orlando, ex comandante della caserma Levante di Piacenza. Il militare si è avvalso della facoltà di non rispondere e ai cronisti che lo hanno intercettato all'uscita del tribunale di Piacenza ha detto: 
«Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in trent'anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti, quindi immaginate umanamente come posso stare».

La Caserma Levante dei Carabinieri di Piacenza resterà sotto sequestro almeno per altri dieci giorni: l'avvocato di uno degli indagati, l'appuntato scelto Angelo Esposito, ha infatti fatto richiesta di incidente probatorio. «Avevamo previsto per oggi l'acquisizione documentale e per domani il sopralluogo dei Ris, per noi la caserma poteva essere dissequestrata già mercoledì - ha spiegato il procuratore Grazia Pradella - l'avvocato ha però fatto riserva di incidente probatorio e questo allunga i tempi». Secondo il legale, Pierpaolo Rivello, la procura aveva chiesto di poter procedere con un accertamento tecnico urgente per poter accertare la presenza di tracce e dna che poi potessero essere comparate con quelle degli indagati. «Ma i fatti contestati - ha sottolineato l'avvocato - risalgono a diversi mesi fa e dunque non c'è l'urgenza necessaria per procedere con l'accertamento tecnico urgente. L'incidente probatorio consentirà a tutti di essere più garantiti e di formulare con più ampiezza i quesiti peritali». Ormai, ha aggiunto, «nei processi la prova scientifica è fondamentale e dunque è nell'interesse di tutti fare le cose al meglio».


 

© RIPRODUZIONE RISERVATA