Carabinieri Piacenza, il maresciallo Orlando non risponde al gip: «In 30 anni mai una sanzione». Caserma sotto sequestro

Carabinieri Piacenza, il maresciallo Orlando non risponde al gip: «In 30 anni mai una sanzione». Caserma sotto sequestro
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Lunedì 27 Luglio 2020, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 16:01

È iniziato davanti al Gip di Piacenza Luca Milani l'interrogatorio di garanzia del maresciallo Marco Orlando, il comandante della stazione Levante dei Carabinieri di Piacenza dove, secondo l'ipotesi della procura, era stato messo in piedi dai militari un sistema criminale che prevedeva arresti 'pilotati' per sottrarre droga agli spacciatori e poi rivenderla, minacce, lesioni e anche torture nei confronti degli arrestati.

Il maresciallo, che è agli arresti domiciliari, è accusato di falso, arresto e perquisizione illegale, abuso d'ufficio, tutti reati commessi in concorso con gli altri carabinieri. Ma Orlando dovrà anche difendersi da quanto affermato da Montella e dagli altri carabinieri durante gli interrogati di garanzia: secondo la loro versione era a conoscenza delle modalità con cui avvenivano gli arresti ed era sempre informato di quello che avveniva nella caserma. Dopo il comandante della stazione sarà sentita la compagna di Montella, Maria Luisa Cattaneo, anche lei agli arresti domiciliari.

«Dopo trent'anni di onorata carriera secondo voi come posso stare? Non ho mai avuto una sanzione disciplinare in trent'anni, le mie note caratteristiche sono eccellenti, quindi immaginate umanamente come posso stare». Ha parlato così ai giornalisti, lasciando il tribunale di Piacenza dopo l'interrogatorio di garanzia, il maresciallo dei carabinieri Marco Orlando. Orlando di fronte al gip Luca Milani si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il suo avvocato, Antonio Nicoli, ha spiegato che «valuteremo nel prosieguo» se chiedere di essere sentiti.

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La Caserma Levante dei Carabinieri di Piacenza resterà sotto sequestro almeno per altri dieci giorni: l'avvocato di uno degli indagati, l'appuntato scelto Angelo Esposito, ha infatti fatto richiesta di incidente probatorio. «Avevamo previsto per oggi l'acquisizione documentale e per domani il sopralluogo dei Ris, per noi la caserma poteva essere dissequestrata già mercoledì - ha spiegato il procuratore Grazia Pradella - l'avvocato ha però fatto riserva di incidente probatorio e questo allunga i tempi». Secondo il legale, Pierpaolo Rivello, la procura aveva chiesto di poter procedere con un accertamento tecnico urgente per poter accertare la presenza di tracce e dna che poi potessero essere comparate con quelle degli indagati. «Ma i fatti contestati - ha sottolineato l'avvocato - risalgono a diversi mesi fa e dunque non c'è l'urgenza necessaria per procedere con l'accertamento tecnico urgente. L'incidente probatorio consentirà a tutti di essere più garantiti e di formulare con più ampiezza i quesiti peritali». Ormai, ha aggiunto, «nei processi la prova scientifica è fondamentale e dunque è nell'interesse di tutti fare le cose al meglio».

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