Bus precipitato a Capri, morto Emanuele Melillo: forse colpito da infarto. Il giovane autista lascia la moglie incinta

Emanuele Melillo
Emanuele Melillo
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Giovedì 22 Luglio 2021, 15:39 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 07:36

Si chiamava Emanuele Melillo il giovane autista morto nell'incidente di Capri in cui un bus è precipitato andandosi a schiantare sulla spiaggia di Marina Grande. Melillo, originario di Napoli, era un autista dell'Atc e ogni mattina raggiungeva l'isola via mare per prestare servizio, come aveva fatto anche oggi. Ancora ignote al momento le cause che hanno provocato il terribile incidente in cui l'autista ha perso la vita e altre 19 persone sono rimaste ferite. Tra le ipotesi più accreditate quella che il conducente possa aver avuto un malore alla guida, un infarto.

Capri choc, bus precipita sulla spiaggia: morto l'autista Emanuele Melillo, 19 feriti. «Grave un bambino»

Emanuele era alla guida di un minibus dell'azienda di trasporti caprese, quelli che servono la linea Capri-Anacapri, quando per cause ancora da chiarire - forse un malore - ha perso il controllo del mezzo all'altezza dello stabilimento Le Ondine, abbattendo la ringhiera e precipitando giù per una trentina di metri fino ad adagiarsi col mezzo in un vialetto che viene utilizzato dai bagnanti per accedere alla vicina spiaggia pubblica senza dover passare per il lido.

Con lui a bordo del mezzo c'erano altre 23 persone che sono rimaste ferite: di queste 8 hanno rifiutato il ricovero mentre le altre 15 sono state trasferite nel pomeriggio a Napoli.

Hanno riportato fratture multiple e ferite. A nulla sono valsi i soccorsi, che sono stati immediati, per il povero Emanuele che nel tempo libero faceva l'ausiliario alla Croce Rossa. I suoi compagni di lavoro lo descrivono come un ragazzo «molto solare, scherzoso, un giocherellone».

Faceva il pendolare da Napoli, di cui era originario, per andare a lavorare sull'isola azzurra dove era impiegato all'Atc, l'azienda trasporti caprese. «Aveva un contratto a tempo determinato, di tipo stagionale - riferisce Franco Chierchia, delegato Usb in Atc - ma data la carenza di organico riusciva a lavorare quasi tutto l'anno. Era un lavoratore esperto che conosceva le strade dell'isola».

Ecco perché l'ipotesi al momento più accreditata, in attesa dell'autopsia, è che Emanuele abbia avuto un malore mentre era alla guida del mezzo, e che dunque ne abbia perso il controllo, anche perché nel tratto in cui si è verificato l'incidente la carreggiata è rettilinea e molto stretta. Un aiuto alla ricostruzione dell'incidente potrebbe venire dal sistema di videosorveglianza della vicina caserma della Gdf.

Il bilancio della tragedia poteva essere peggiore e c'è chi invoca la mano di San Costanzo: «Ancora qualche metro e il bus sarebbe finito sulle cabine doccia dello stabilimento», osserva un testimone. «Per quel vialetto - commenta Leonardo Rusciano che ha in concessione la vicina spiaggia pubblica - tempo una ventina di minuti, sarebbero passati i bambini della colonia estiva che stavano da noi. Sarebbe stata una strage. Nella disgrazia, è stato un miracolo se non è andata peggio». Esprime il cordoglio dell'isola il sindaco Marino Lembo che elogia la macchina dei soccorsi (Asl, Polizia, Carabinieri e Gdf hanno messo a disposizione gli elicotteri per il trasporto dei medici). E solidarietà viene espressa dal ministro degli Esteri Di Maio, mentre i sindacati chiedono di verificare le condizioni di sicurezza.

Solo poche settimane fa, in casa Melillo era esplosa la gioia: la moglie di Emanuele, infatti, aspetta un bambino e aveva comunicato la gravidanza via social. Sono centinaia, adesso, i messaggi carichi di dolore che si susseguono per salutare un'ultima volta il giovane autista. 

 

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