Coppa Italia, l'accusa: il calcio non può dribblare la scienza

napoli_festa_coppa italia
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di Carlo Fiorini
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Venerdì 19 Giugno 2020, 07:48
Non abbiamo mandato i figli a scuola, facciamo smart working e non siamo neppure andati al funerale di un caro amico. Lo stadio resta giustamente ancora chiuso ai tifosi, ma se vinciamo la Coppa Italia ecco che dribbliamo la scienza e la ragione, abbandonandoci alla follia.

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Non si può chiamare altrimenti ciò che è accaduto mercoledì notte a Napoli. E che certamente sarebbe accaduto anche a Torino se Dybala e Danilo non avessero sbagliato un calcio di rigore. Non sappiamo se la Appendino, nel caso, avrebbe reagito come il suo collega De Magistris, che ieri ha rivendicato la festa in strada ad abbracciarsi e baciarsi definendola «il contagio della felicità». Certo è che qualcuno doveva mettere in guardia prima della partita, vietare così a Torino come a Napoli possibili assembramenti. Il virus circola ancora, prova a rialzare la testa, e la notte di Napoli è solo incoscienza.
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