Padova, varechina nel panino del Burger King: due fratelli finiscono in ospedale

Varechina nel panino del Burgher King: due fratelli finiscono in ospedale (Foto di Shutterbug75 da Pixabay)
​Varechina nel panino del Burgher King: due fratelli finiscono in ospedale (Foto di Shutterbug75 da Pixabay)
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Venerdì 11 Dicembre 2020, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:51

Tracce di varechina nel panino. É la disavventura capitata a due fratelli di Piove di Sacco (Padova) di 19 e 16 anni, costretti a ricorrere alle cure dei sanitari del pronto soccorso dell'Immacolata Concezione con sintomi di nausea e vomito. Fratello e sorella avevano consumato uno snack in compagnia della mamma al Burger King vicino al centro commerciale Piazzagrande. Fortunatamente la donna aveva scelto un' altra pietanza. I figli hanno invece dovuto trascorrere diverse ore all'ospedale. E sono stati dimessi con una diagnosi di epigastralgia, cioè un forte dolore alla parte centrale dell'addome.


Il fatto risale al 12 febbraio scorso. Gli accertamenti compiuti dai tecnici del Sian, il Servizio igiene alimenti e della nutrizione dell'Ulss 6 Euganea, hanno permesso di ricostruire l'accaduto. E di rintracciare tra le foglie di insalata nella farcitura del panino la presenza di varechina. Ma cosa può essere capitato? Con ogni probabilità la lattuga non era stata lavata nel migliore dei modi.


Di norma nei locali vengono utilizzate delle speciali pastiglie per il risciacquo della verdura.

Al termine delle operazioni l'insalata dovrebbe essere lasciata a sgocciolare per una quindicina di minuti. Il condizionale è d'obbligo perché, stando alla ricostruzione dei tecnici del Sian, l'intervallo di tempo non sarebbe stato rispettato. Ma il personale in servizio al Burger King non aveva fino ad allora ricevuto precise disposizioni in materia. Lo dimostrerebbe la diffida che il Sian ha inviato a Gasc Spa, la società di gestione del locale, il 20 febbraio, cioè otto giorni dopo lo spiacevole contrattempo. I funzionari del Dipartimento di prevenzione hanno trasmesso precise prescrizioni, cioè l'implementazione delle procedure di lavaggio della verdura, con l'obbligo di lasciarla in deposito per quindici minuti prima di procedere al suo utilizzo nel confezionamento dei prodotti.


É proprio questa l'accusa formulata dal sostituto procuratore Silvia Golin che sta coordinando l'inchiesta: non sarebbe in discussione l'aggiunta di additivi chimici nel lavaggio dell'insalata quanto piuttosto la mancata osservanza delle procedure indicate dalla legge. Il reato formulato, per ora a carico di ignoti, è la violazione delle norme igieniche sulla produzione e la vendita di sostanze alimentari. Dovrà essere ricostruita la sfera della responsabilità all'interno del locale per individuare chi avrebbe dovuto evitare lo sgradevole incidente.
L.I.

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