Blitz contro i neonazisti, 26 indagati: «Teorie no-vax per attirare più seguaci». Le idee diffuse su social e Telegram

Blitz contro i neonazisti, 26 persone indagate. Idee no vax per attirare più seguaci e addestramenti paramilitari
Blitz contro i neonazisti, 26 persone indagate. Idee no vax per attirare più seguaci e addestramenti paramilitari
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Martedì 19 Ottobre 2021, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 21 Ottobre, 21:33

Blitz contro i neonazisti in tutta Italia. Dalle prime ore di questa mattina la Polizia di Stato di Napoli, su delega del Procuratore della Repubblica del capoluogo campano, sta eseguendo perquisizioni domiciliari nei confronti di 26 persone indagate per associazione sovversiva di matrice neonazista e suprematista nell'ambito di una complessa indagine.

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Neonazisti, perquisizioni in tutta Italia

Le perquisizioni, che interessano le province di Napoli, Caserta, Avellino, Siena, Roma, Torino, Ragusa, Lecce e Ferrara, sono eseguite dai rispettivi uffici Digos e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.  L'indagine è svolta dalla Digos partenopea e dalla Direzione Centrale Polizia di Prevenzione - Servizio per il Contrasto dell'Estremismo e del Terrorismo Interno.

Neonazisti, si indaga sull'Ordine di Hagal

Al centro delle indagini per associazione sovversiva neonazista che hanno portato oggi a 26 perquisizioni in varie città, c'è un gruppo chiamato 'Ordine di Hagal', presente sul web con un proprio sito internet.

Non tutti i destinatari delle perquisizioni - disposte dalla procura di Napoli - sarebbero iscritti nel registro degli indagati. Sul sito dell'«Ordine di Hagal» anche un post in cui si sostiene che il vaccino anticovid «non è un vaccino ma una terapia genica sperimentale che modifica il dna in maniera irreversibile e perpetua».

Neonazisti, l'addestramento paramilitare per chi aderiva

L'associazione neonazista su cui indaga la procura di Napoli aveva base operativa nella provincia partenopea, ma avrebbe svolto anche attività di addestramento paramilitare in alcuni campi tra il Napoletano e il Casertano, avvalendosi del supporto di ex combattenti ucraini. L'arsenale consisteva in armi 'softair' (normalmente utilizzate nei giochi di combattimento con palline di gomma) modificate per sparare proiettili veri. Il gruppo svolgeva lezioni in presenza e via social per estendere la propria rete di proseliti: un 'insegnamentò dalla forte matrice suprematista e negazionista della shoah con simbologia e riti hitleriani. L'inchiesta è condotta dai pm Claudio Onorati e Antonello Ardituro, coordinati dal procuratore capo Giovanni Melillo.

Neonazisti, le idee no vax per attirare più seguaci

Le prese di posizione «no vax» presenti sul sito internet dell'Ordine di Hagal, venivano utilizzate come «richiamo» per avvicinare proseliti alla causa nazista e negazionista. È uno degli elementi che emergono dall'inchiesta sull'associazione neonazista. Le persone ritenute dagli inquirenti a capo del gruppo sono Maurizio Ammendola e Michele Rinaldi, rispettivamente di 40 e 46 anni, presidente e vice presidente dell' Ordine di Hagal ai quali viene contestato anche il possesso di armi. Complessivamente sono circa una quindicina gli indagati.

Neonazisti: le teorie diffuse sui social, WhatsApp e Telegram

L'associazione eversiva di matrice neonazista individuata dalla Procura di Napoli utilizzava, per diffondere l'odio razziale, i social e note chat, come WhatsApp e Telegram. Sono emersi contatti con formazioni ultranazionalista apertamente neonaziste ucraine denominate «Battaglione Azov», «Misantrophic Division», «Pravi Sector» e «Centuria». Trovate, durante le perquisizioni eseguite oggi, numerose armi «soft air», fra cui anche un lancia granate, abbigliamento tattico militare e altre attrezzature sulle quali sono in corso accertamenti.

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