Arrestata una 19enne 'Leonessa dell'Isis': in chat arruolava ragazzine da far sposare ai jihadisti

In manette Bleona Tafallari, nata in Kosovo ma residente in Italia. Su Telegram cercava ragazzine che dovevano "morire da martiri"

Terrorismo, arrestata una 19enne italo-kosovara: sosteneva l'Isis «già da minorenne»
Terrorismo, arrestata una 19enne italo-kosovara: sosteneva l'Isis «già da minorenne»
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Novembre 2021, 08:33 - Ultimo aggiornamento: 15:05

Una ragazza di 19 anni di origini kosovare, Bleona Tafallari, è stata arrestata questa mattina dalla Polizia di Stato che ha eseguito nei suoi confronti un'ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione con finalità di terrorismo. Nata in Kosovo ma domiciliata a Milano, la giovane è finita in manette in seguito a una indagine coordinata dal responsabile dell'Antiterrorismo milanese, Alberto Nobili, e dal pm Leonardo Lesti e condotta dalla polizia.

Leggi anche > Tromba d'aria in Sicilia, morto un uomo di 53 anni: «Colpito in pieno dal vortice»

Le indagini scaturiscono da acquisizioni di intelligence relative a un 21enne miliziano anche lui di origini kosovare, legato alla cerchia relazionale dell'attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim, che a gennaio scorso in Germania ha sposato con rito islamico la ragazza arrestata oggi.

La giovane partecipava all'organizzazione chiamata 'Leoni dei Balcani', che fa parte della più ampia associazione terroristica Stato Islamico. Radicalizzata dall'età di 16 anni, fervente sostenitrice dell'Isis, si era recentemente trasferita dal Kosovo a Milano, in casa del fratello, pur rimanendo in costante contatto con il marito e con la diaspora kosovara di matrice jihadista. 

In chat pubblicizzava l'Isis e cercava spose per i jihadisti

Dagli atti di indagine emerge che Bleona Tafallari effettuava «una continua e incessante attività di propaganda delle ideologie delle organizzazioni terroristiche attraverso l'utilizzo dei social network (Whatsapp, Snapchat, Instagram e soprattutto Telegram) esaltando lo Stato Islamico in tutte le sue componenti», si legge nell'ordinanza del gip Carlo Ottone De Marchi. La 19enne svolgeva una «funzione di proselitismo alla causa dell'Islam radicale nei confronti di ragazze kosovare anche minorenni». In particolare, lo scorso 24 febbraio, in una chat Telegram, «prometteva a una interlocutrice 16enne (...) con cui reciprocamente si appellava come 'Leonessa' che le avrebbe trovato come sposo un 'Leone'», un militante dei Leoni dei Balcani, «con il quale morire da martire dopo un matrimonio 'bagnato dal sangue dei miscredenti'». 

Non solo: secondo le indagini offre «regole di mutuo soccorso per le sorelle bisognose, quali il reperimento di uno 'sposo' che abbia abbracciato la Jihad e possieda determinate caratteristiche fisiche oltre che qualità morali, diffonde i proclami dello Stato islamico contenenti l'esaltazione degli sceicchi sunniti e delle azioni militari del Daesh nel mondo, gli inviti al martirio ed al combattimento, la celebrazione degli autori di attentati come martiri e la denigrazione delle vittime indicate come 'crociati' detenga pubblicistica jihadista e condivida le pubblicazioni simbolo dello Stato Islamico, quali scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di decapitazioni e incendi, immagini contenenti istruzioni su come poter fabbricare artigianalmente una bomba».

In alcuni immagini e video la 19enne «indossava un guanto ed un anello di colore nero riportante la scritta della Sbahada, chiari simboli di appartenenza allo Stato islamico» e insieme a un'altra giovane radicalizzata è presente in «un video nel quale le due giovani, in un collage fotografico, vengono ritratte mentre indossano il nikab ed in sottofondo una voce canta un anasheed nel quale i 'guardiani della religione vengono invitati a combattere le forze regolari siriane di Bashar Al Assad'.

E ancora: «Deteneva e condivideva all'interno del proprio telefono cellulare posto sotto sequestro migliaia di file immagine e video, alcuni dei quali creati dalla agenzia di comunicazioni dello Stato islamico 'AI Hayat Media Center', riportanti oggetti simbolo della medesima organizzazione terroristica quali la bandiera nera con la scritta della testimonianza di fede, scene di combattimenti in teatri militari di guerra, esecuzioni sommarie di infedeli mediante decapitazioni e incendi, scene di attacchi terroristici da parte di mujaheddin appartenenti allo Stato islamico nelle città europee dei quali vengono esaltate le gesta». Emerge anche che avrebbe realizzato «personalmente alcuni 'anasheed' in uno dei quali invocando, lo sceicco Al-Baghdadi, si vota al martirio».

© RIPRODUZIONE RISERVATA