«Sporchi negri, andate a casa vostra»: e una bimba scoppia a piangere. A processo un 77enne

La 77enne che ha sempre detto di non aver pronunciato la frase razzista nei confronti del vicino, in accordo con l'avvocato, ha inviato all'uomo una lettera di scuse

immagine di repertorio
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Giovedì 12 Maggio 2022, 21:02

«Sporchi negri, andate a casa vostra». Questa la frase incriminata che ha portato in tribunale due vicini di casa a Sedico in provincia di Belluno. I protagonisti della vicenda sono una donna, la 77enne di origini tedesche, Regine Kuhn, imputata per calunnia, aggravata dall'odio razziale e la parte offesa un 40enne di origini camerunensi, residente in Italia da oltre 20 anni. «Si è girata e ha detto: Sporchi negri, andate a casa vostra. Mia figlia di 10 anni è scoppiata a piangere. Io mi sono offeso e ho chiamato i carabinieri» ha raccontato il 40enne, come riporta Il Gazzettino.

L’episodio sarebbe accaduto due anni fa davanti al supermercato Prix di Sedico. Il 20 maggio 2020 i due vicini di casa, si erano incontrati davanti al supermercato e la donna aveva colto l’occasione per sfogarsi dei rumori che non la facevano dormire. Lamentele che per il 40enne avrebbe dovuto fare però in altra sede.

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A questo punto la storia prende due direzioni a seconda della versione fornita dai protagonisti.

L’uomo ha parlato di un diverbio e della frase razzista che sarebbe stata pronunciata: «Io sono qui da 20 anni, lavoro, mi sento italiano. Ricordo che mia figlia piangeva e ho chiamato le forze dell'ordine» ha detto il 40enne. La donna invece diceva di esser stata aggredita e di avere male al braccio, ma non voleva che venisse chiamata l’ambulanza. Quando il pubblico ministero si era trovato davanti la denuncia per lesioni, non aveva trovato riscontro da nessuna parte, riporta Il Gazzettino. Nessun elemento che confermasse quanto denunciato, ovvero che era stata bloccata fuori dal supermercato e spinta contro un muretto (con prognosi di 5 giorni per escoriazioni sul braccio). Da qui la denuncia per calunnia, aggravata dall'odio razziale. La 77enne che ha sempre detto di non aver pronunciato la frase razzista nei confronti del vicino ha nel frattempo però, in accordo con l'avvocato, inviato all'uomo una lettera di scuse e una piccola somma di denaro «non risarcitoria ma compensativa - ha spiegato il legale - a prescindere dalla colpevolezza o meno della donna». Il processo è stato rinviato al 6 luglio per gli ultimi testimoni in lista.

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