Bassetti e i no vax: «Ancora minacce in piena notte, ma qualcuno alla fine piangerà»

Bassetti e i no vax: «Ancora minacce in piena notte, ma qualcuno alla fine piangerà»
Bassetti e i no vax: «Ancora minacce in piena notte, ma qualcuno alla fine piangerà»
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Lunedì 6 Settembre 2021, 11:26

Matteo Bassetti ancora alle prese con le minacce dei no vax. «Stanotte ho ricevuto ancora tre telefonate, tra mezzanotte e le tre del mattino. Continuano, purtroppo, con minore insistenza negli ultimi giorni anche perché avranno capito buona parte di loro che le Procure stanno lavorando e quando si arriverà alla fine, credo, che qualcuno piangerà», ha rivelato l'infettivologo, primario dell'ospedale San Martino di Genova.

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Intervenuto ad Agorà su RaiTre, il professor Matteo Bassetti ha parlato così dei no vax: «I loro insulti non sono contro i giornalisti, contro di me, contro Burioni o contro Draghi. Loro insultano tutti gli italiani che diligentemente hanno fatto il proprio dovere, vaccinandosi. A me non interessano, perché saranno perseguiti dalla legge, ma insultano la stragrande maggioranza degli italiani e soprattutto i giovani si stanno vaccinando, dando l'esempio ai 50enni con la sindrome di Superman».

Sul green pass, invece, Matteo Bassetti ha detto di essere favorevole ad una estensione: «Con la variante Delta, purtroppo, non basta l'80% della popolazione vaccinata, perché la contagiosità è divenuta molto simile a quella della varicella. Quindi dobbiamo tendere a oltre il 90% per coprire con l'immunità di gregge i non vaccinati». E sulla vaccinazione, l'immunologo genovese ha spiegato: «In questa estate abbiamo fatto fare ai medici il mestiere dei politici. Il mestiere dei medici è dire vacciniamo più persone possibile. Tutte le ipotesi sono fattibili, quello che mi dispiace è che abbiamo fatto diventare i vaccini un argomento di lotta politica. Questo è forse la dimostrazione di una classe politica non all'altezza. La vaccinazione è un atto d'amore verso noi stessi per evitare di contrarre una malattia grave e evitare di intasare le terapie intensive e ospedali, cosa che probabilmente succederà nel prossimo autunno».

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