La tragedia vista con gli occhi degli adolescenti, degli amichetti di Elena e Diego, uccisi dal padre in Valsassina. «Dopo la quarantena abbiamo perso un pò il legame ed ecco che oggi 27 giugno abbiamo perso i legami del tutto...». Una verità amara, scritta a pennarello nero su un foglio a quadretti e la calligrafia da bambina, in una delle lettere che alcuni amichetti hanno lasciato appese all'ingresso della palazzina a Gessate (Milano), dove dal 2003 vive la famiglia di Elena e Diego, i due 12enni ammazzati dal papà. «Il primo giorno che vi ho visti insieme ho pensato: non potremmo mai essere amici...
ma poi abbiamo iniziato a legare ed ero molto felice», è scritto ancora nella lettera.
Di Elena «ricordo quando mi dicevi di farti le trecce prima di andare in palestra. Vi voglio molto bene, non potete immaginare quanto». Appesi al cancello della villetta, anche alcuni palloncini e un mazzo di fiori. Un'altra lettera, battuta al computer e con un grande cuore rosso racconta i momenti quotidiani dei 12enni con gli amici: «Vi ricordate quando facevamo i compiti insieme che ogni volta voi urlavate e io morivo dal ridere? Vi adoro siete i migliori amici di sempre», scrive una di loro ricordando Elena come «un'amica molto speciale» e Diego come «il mio migliore amico maschio, non me lo perdonerò mai che non ci sei più. Resterete sempre nel mio cuore».