L'autista del bus scatta un selfie con gli immigrati: «Hanno pagato tutti il biglietto». La foto diventa virale

L'autista del bus scatta un selfie con gli immigrati: «Hanno pagato tutti il biglietto». La foto diventa virale
L'autista del bus scatta un selfie con gli immigrati: «Hanno pagato tutti il biglietto». La foto diventa virale
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Martedì 29 Gennaio 2019, 17:32
Non sempre i passeggeri dei mezzi pubblici sono senza biglietto, e non sempre gli autisti sono arrabbiati o maleducati. Ci sono anche casi in cui sull’autobus si viaggia tranquilli, con passeggeri italiani e stranieri seduti al loro posto, e l’autista che scatta un selfie per ricordare il momento. È successo ad esempio a Napoli, e la protagonista di questa storia è un’autista della Anm, Carmela Gentile.

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Come racconta Repubblica nelle pagine locali, Carmela era alla guida della linea 175, domenica mattina. Mentre faceva il suo lavoro, a una fermata vede salire una vengina di cingalesi: una intera famiglia. «Uno a uno sono saliti a bordo, hanno timbrato il loro biglietto e hanno preso posto. Erano una ventina, e non ho sentito un frastuono, una parola ad alta voce, mi hanno colpito per la compostezza e l’educazione», ha detto.



Carmela ha scambiato due chiacchiere con loro e ha scattato un selfie, una fotoricordo. «La stessa situazione con i napoletani si sarebbe avvertita di più - ha detto a Repubblica - gli extracomunitari possono essere migliori di tanti di noi». La famiglia di stranieri, ha detto l’autista, le ha rivelato che abitano tutti vicino a piazza Cavour e ogni domenica vanno insieme in chiesa.

La fotoricordo, Carmela l’ha postata come status di Whatsapp, e in poco tempo è diventata virale sui social: una storia positiva, in questi tempi in cui degli stranieri e degli immigrati si parla spesso in chiave negativa, e non sempre in modo giustificato. Come prevedibile però, non tutti coloro che hanno rilanciato il selfie di Carmela hanno usato parole gentili e positive: qualcuno ha ironizzato chiedendo se avessero davvero pagato il biglietto. «Confesso che ci sono rimasta male, perché anche questi dubbi sono segno di discriminazione», ha detto la donna.
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