Dalle 700 alle 800 iniezioni al giorno, ma non bastano: l'obiettivo adesso è spingere il piede sull'acceleratore e portare al massimo dei giri la macchina dei vaccini al Paolinelli di Ancona, superando quota 1000. Come?
Con una o due postazioni aggiuntive, in modo da elevare la capacità di ricezione del centro sportivo federale adibito ad hub per la profilassi anti-Covid. «È una valutazione che stiamo facendo - spiega un responsabile della Protezione civile -, ma molto dipenderà dal numero dei vaccini che verranno messi a disposizione e dalle richieste dell'Asur. Più di una o due postazioni non potremo comunque attivare, in aggiunta alle 8 già esistenti. Gli spazi sono questi...» E infatti ieri mattina il Paolinelli era strapieno, complice la vaccinazione di persone fragili assistite dall'Inrca e di un numero considerevole di insegnanti.
Il malore
Una di loro, l'altro giorno, ha accusato un malore prima dell'iniezione ed è stata soccorsa dai medici presenti nell'hub. Colpa dell'ansia da AstraZeneca, il farmaco più in uso al Paolinelli, che continua a creare diffidenza. Proprio ieri una signora si è rifiutata di farsi inoculare il vaccino di produzione anglo-svedese e ha preferito rinunciare alla profilassi, evidentemente preoccupata per tutto quello che si è detto e scritto su AZ. Ma si tratta di casi sporadici. «Molti utenti chiedono informazioni su AstraZeneca, i medici le forniscono e questo spesso comporta un rallentamento nella catena dei vaccini, ma la stragrande maggioranza delle persone alla fine non fa problemi», spiega il responsabile della Protezione civile.
Le fasce
L'afflusso record di questi giorni al Paolinelli è dovuto essenzialmente alle prime dosi: è cominciata infatti la vaccinazione anche per gli utenti che rientrano nella fascia d'età dai 70 ai 79 anni. È invece agli sgoccioli la profilassi per gli over 80: basti pensare che ieri mattina sono stati effettuati soltanto 6 richiami per gli anziani. «La campagna sta procedendo molto bene - spiega l'assessore alla Protezione civile, Stefano Foresi -.
La Confapi
Intanto, la Confapi Marche ha rivolto un appello alla Regione affinché si dia il via alla campagna vaccinale nelle aziende. «La preoccupazione degli imprenditori è legittima - dice Giorgio Giorgetti, presidente dell'associazione -. C'è un costante confronto con la Regione, ora siamo noi a chiedere senso di responsabilità alle istituzioni per consentirci di contribuire ad accelerare la vaccinazione, rispettando le fasce previste, ma senza penalizzare le aziende. Il lavoro è vita».
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