Dopo 42 anni di convivenza hanno detto “sì” questa mattina Massimo Milani e Gino Campanella, fondatori dell’Arcigay. La cerimonia dell’unione civile nella Sala degli Specchi del Municipio di Giarre, città che i due sposi – palermitano Campanella (73 anni), romano Milani (66) – hanno scelto simbolicamente per ricordare il quarantennale dell’omicidio di Giorgio Giammona e Toni Galatola, due omosessuali che proprio nel paese a pochi chilometri da Catania furono assassinati il 30 ottobre del 1980.
Sala addobbata con fiori di zagara, arance e altri agrumi per questo secondo matrimonio di Massimo e Gino che si erano già “sposati” con una cerimonia “provocatoria” nel 1993 in piazza Pretoria a Palermo, davanti a Palazzo delle Aquile, sede del Comune, per rivendicare parità di diritti civili per le coppie formate da persone dello stesso sesso.
Testimoni l’attore Massimo Verdastro e l’attivista del movimento Lgbt+ Lorenzo Canale. A fare festa agli sposi soltanto trenta tra amici e familiari a causa delle restrizioni imposte dal Covid per le cerimonie pubbliche. Nel pomeriggio Massimo e Gino hanno portato il bouquet al cimitero di Giarre, lasciandolo in dono a Giorgio e Toni, vittime dell’omofobia quarant’anni fa, un atto di violenza che accelerò le battaglie del movimento omosessuale e portò alla nascita, a Palermo, dell’Arcigay.