Covid, strage silenziosa degli anziani, altri 4 morti: «Si proteggeva sempre, ma il virus è stato subdolo»

Antonio Bortolin
Antonio Bortolin
di Redazione
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Lunedì 16 Novembre 2020, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 20:36

Quattro anziani del Pordenonese sconfitti dal virus, quattro storie dolorose finite nello scarno bollettino che ieri informava su ulteriori dodici decessi in regione. Nella lista c’è anche il nome di Antonio Bortolin, 86 anni, fondatore dell’omonimo panificio pasticceria di Porcia, una vita di lavoro e solidarietà. Era ricoverato a Pordenone, dove è stata accolta anche la moglie Silvana Forniz, 82 anni, le cui condizioni sono gravissime. I figli non si danno pace. Non riescono a comprendere come sia entrato il contagio nella casa dei genitori. «Erano terrorizzati - racconta Diego Bortolin, imprenditore che vive in Austria - Indossavano sempre la mascherina, non andavano in giro e facevano la spesa nel negozio a Porcia. Al massimo mio padre andava a fare un giro con i cani in montagna per non incontrare nessuno. Si proteggevano con la mascherina anche quando andavamo a trovarli. Da mesi non volevano contatti con nessuno».


IL CONTAGIO
Due settimane fa i primi malesseri.

Era lunedì, quando Antonio Bortolin ha cominciato a star male. L’indomani è salita la febbre. «Il medico ha consigliato di aspettare 72 ore e di prendere la tachipirina - spiega il figlio - Cinque giorni dopo faceva fatica a respirare ed è stato portato via in ambulanza». La Tac ha confermato: era Covid 19. Bortolin è stato accolto in terapia intensiva e il giorno dopo ha cominciato a star male anche la moglie. «È stata ricoverata e poi dimessa - racconta il figlio - Le mie sorelle l’hanno assistita». Venerdì è arrivata una telefonata terribile: Toni, era il suo diminutivo, era in condizioni disperate. La notte tra sabato e domenica è mancato. Pochi minuti prima che l’ospedale avvertisse i figli, la moglie con cui viveva in simbiosi da 65 anni lo ha chiamato, come se il suo Toni fosse nella stanza, accanto a lei. «Anche mia madre adesso è ricoverata - mormora Diego Bortolin - è gravissima». Antonio Bortolin aveva cominciato a lavorare a 13 anni: i primi tre gratis, per imparare il mestiere. Nel 1972 eccolo impegnato nel panificio di Porcia, che con lui è diventato un riferimento a livello provinciale. Indimenticabile la telefonata arrivata dalla Prefettura di Pordenone la sera del 6 maggio 1976: serviva pane per i terremotati. Lavorò tutta la notte, ne sfornò a quintali e lo consegnò ai militari. Non volle una lira. Oltre a Diego, lascia i figli Walter, Stefania, Anna e Albarosa.


GLI ALTRI CASI
A San Quirino è morta Giselas Teresa Cattaruzza, aveva 96 anni; a Frisanco Elda Frare, 85, di Poffabro. A Cordenons è mancata un’87enne, a Cormons una donna di 95 anni, a Castions di Strada un 93enne, nell’Asp di Codroipo un 88enne e a Tavagnacco un 87enne. Un altro 87enne è morto a Trieste e una 84enne a San Canzian. A Udine è mancato un 81enne e a Sutrio un uomo di 63 anni.

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