Antonio Scurati e il monologo cancellato, i libri su Mussolini e gli attacchi alla destra. Lo scrittore paga dazio? Il testo della discordia

Antonio Scurati doveva proporre un monologo sul 25 aprile durante la punta di «Chesarà...» di Rai3

Antonio Scurati e il monologo cancellato, i libri su Mussolini e gli attacchi alla destra. Lo scrittore paga dazio?
Antonio Scurati e il monologo cancellato, i libri su Mussolini e gli attacchi alla destra. Lo scrittore paga dazio?
di Mattia Ronsisvalle
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Sabato 20 Aprile 2024, 11:04 - Ultimo aggiornamento: 21 Aprile, 09:55

È polemica tra la Rai, Serena Bortone e Antonio Scurati. Nel «triello», per un effetto domino, sono coinvolti anche i neo fascisti e i neo partigiani. Sempre che esistano e che non siano un'invenzione di qualcuno. Sia mai. Il motivo forsevi è già noto e riguarda lo stop alla presenza dello scrittore Antonio Scurati che questa sera su Rai3, nella puntata di «Chesarà...», doveva proporre un monologo sul 25 aprile. Ad annunciarlo è la conduttrice del programma Serena Bortone con un post su Instagram, in cui spiega di aver appreso «con sgomento, e per puro caso, che il contratto di Scurati era stato annullatò senza spiegazioni plausibili». Scurati paga dazio alla destra?

La Rai, al momento, ha dichiarato che «non c'è nessuna censura».
 

Scurati paga dazio?

In un'intervista su La Repubblica di giugno 2023, Scurati disse: «Ciò che i dovrebbe inquitarci è il ritorno, mutatis mutandis, del populismo di Mussolini. La caratteristica di questi movimenti non è la violenza. Guardiamo a Trump, Orban e simili. Non discendono da una cultura politica fascista, ma quando analizziamo le loro mosse ci rendiamo conto che esse riproducono il dispositivo populista di Mussolini». Poi il giornalista rispose con «L’anima populista di Benito vive in Meloni e Trump allo stesso modo, ergo» e lo scrittore controribattè: «Sì e ovunque si rafforzi l’idea di leadership fondata sul lodo “io sono il popolo e il popolo sono io”, schiacciando su posizioni antipopolari e antinazionali chi non si identifica. Si torna a dire “o con me o contro di me”, sostituendo la speranza con la paura. Come Mussolini che dal Sol dell’Avvenire passò, appunto, alla scommessa della paura». Risposte delle scrittore napoletano che erano un vero e proprio attacco diretto alla premier italaina, ma che offrivano una cornice al fenomeno Meloni legato al populismo. Ma le orecchie di Fratelli d'Italia et simili potrebbero aver per sentito altro.

C'è anche un altro episodio - in realtà ne sono diversi - da segnalare. Durante una puntata (3 agosto 2023) di «In Onda», su La7, Scurati rispose ad una domanda di Marianna Aprile: «In Rai c'è un tentativo di ricostruzione dell'egemonia culturale?» riferendosi alla dichiarazione di Giorgia Meloni che aveva detto che nella televisione di Stato l'unica egemonia presente era unquella «di potere». Scurati disse: «Io temo per la qualità della vita democratica. Un presidente del Consiglio che utilizza un tono di voce alto e stizzita decreta che la cultura del Paese dovrà cambiare, allora sta eseguendo un gesto autoritario».

Ombre dal passato, insomma.

Il perché della «censura»

Al momento una risposta sul perché il monologo sia stato cancellato non c'è, o almeno niente di ufficiale. Si attende una risposta o un comunicato della Radiotelevisione Italiana. Il testo potrebbe, il condizionale è d'obbligo, non esser stato gradito al direttore degli Approfondimenti che sovrintende il programma. Si tratta di Paolo Corsini, lo stesso che salì sul palco di Atreju, lo scorso dicembre, durante la festa di Fratelli d'Italia e pronunciò queste parole: «Sono uno di voi». Sicuramente una coincidenza.

La risposta della Rai

«Nessuna censura. La partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione “Che sarà...”, condotta da Serena Bortone, non è mai stata messa in discussione, come dimostrano i comunicati stampa e gli elenchi ospiti ad uso interno. Credo sia opportuno non confondere aspetti editoriali con quelli di natura economica e contrattuale, sui quali sono in corso  accertamenti a causa di cifre più elevate di quelle previste e altri aspetti promozionali da chiarire connessi al rapporto tra lo scrittore e altri editori concorrenti. Al di là di queste mere questioni burocratiche, la possibilità per Scurati di venire in trasmissione non è mai stata messa in discussione. Nessuna censura». Lo ha dichiarato il Direttore dell’Approfondimento  Paolo Corsini.

Il testo del monologo

Pubblicato in versione integrale sul sito di Repubblica

«Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L'onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l'ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all'ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro». «Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell'infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania». «In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l'omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant'Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati». «Queste due concomitanti ricorrenze luttuose - primavera del '24, primavera del '44 - proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica - non soltanto alla fine o occasionalmente - un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell'ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via». «Dopo aver evitato l'argomento in campagna elettorale la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l'esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola »antifascismo« in occasione del 25 aprile 2023)». «Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola - antifascismo - non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana».

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