Antonio Decaro, il sindaco di Bari contro gli assembramenti finisce nei capolavori della storia dell'arte

Antonio Decaro, il sindaco di Bari contro gli assembramenti finisce nei capolavori della storia dell'arte
Antonio Decaro, il sindaco di Bari contro gli assembramenti finisce nei capolavori della storia dell'arte
di Enrico Chillè
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Martedì 24 Marzo 2020, 16:28

«Dove non possono arrivare le forze dell'ordine, devo intervenire io personalmente per far stare la gente in casa». Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell'Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci), è senza dubbio uno dei personaggi politici più popolari in queste difficili settimane di emergenza coronavirus.

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Il primo cittadino barese, infatti, è stato protagonista di diversi video in cui interviene in prima persona per evitare gli assembramenti nelle strade e nei luoghi pubblici del capoluogo pugliese. Dopo un filmato davvero emozionante, in cui appariva commosso di fronte ad una Bari spettrale dopo la chiusura dell'emergenza, Antonio Decaro ha aggiornato i propri follower con i video di alcuni blitz in cui era intervenuto personalmente per disperdere gli assembramenti: «Questa è una cosa seria, quello che sta accadendo in Lombardia è la realtà, non è un telefilm».
 

 

Sul web, alcuni utenti hanno dato sfogo ad una geniale creatività e Antonio Decaro, suo malgrado, è finito direttamente in alcuni capolavori della storia dell'arte in cui ci sono notevoli assembramenti. L'espressione spazientita del sindaco di Bari è diventata ormai celebre in tutta Italia ed ecco che Decaro si ritrova al centro di alcuni dei dipinti più famosi della storia. Si va da un assembramento composto da appena due persone, come Il Bacio di Francesco Hayez (1859), fino ad un piccolo gruppo come la Colazione sull'erba di Edouard Manet (1863). Gli assembramenti diventano di enormi dimensioni con un Antonio Decaro 'catapultato' nei dipinti Una domenica pomeriggio sull'isola della Grande-Jatte di Georges Seurat (1885) e soprattutto Il quarto stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1901).

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