Andrea Covelli, scomparso a Napoli: trovato un cadavere in campagna, potrebbe essere lui

Andrea, scomparso a Napoli: trovato un cadavere in campagna, identificazione in corso
Andrea, scomparso a Napoli: trovato un cadavere in campagna, identificazione in corso
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Venerdì 1 Luglio 2022, 21:10 - Ultimo aggiornamento: 23:49

Potrebbe finire con un tragico epilogo il caso della scomparsa di Andrea Covelli, 27 anni, il ragazzo di cui si sono perse le tracce lo scorso 29 giugno a Napoli. Il corpo senza vita di un uomo è stato infatti trovato in via Pignatiello, a Napoli, in una zona di campagna del quartiere Pianura della città: sebbene le operazione di identificazione siano ancora in corso, secondo quanto appreso dall'ANSA il cadavere potrebbe essere quello di Andrea.

Sul corpo sono state riscontrate ferite riconducibili a colpi di arma da fuoco.

Sulla scomparsa di Covelli stanno indagando gli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Napoli e del commissariato Pianura. Le ricerche sono iniziate a seguito di una denuncia presentata dalla mamma, sorella di una persona nota alle forze dell'ordine che molti anni fa ha ricoperto un ruolo nel contesto criminale del quartiere Fuorigrotta. Non si esclude un'azione trasversale, nell'ambito di uno scontro tra gruppi criminali locali rivali, che potrebbe anche aver portato a un involontario sbocco tragico. 

«Era uscito per comprare dei cornetti per un'amica e non è più tornato: stiamo vivendo un incubo, rivoglio mio figlio», aveva detto due giorni fa Rosaria Vicino, madre del giovane: secondo quanto raccontato dalla stessa mamma, Andrea era fermo, in sella al suo scooter, in attesa che si presentasse la sua amica, quando è stato affiancato da un altro scooter sul quale c'erano due persone. «Sembrava fosse una rapina, - dice ancora la mamma del giovane scomparso - gli hanno preso il telefono e il portafogli. Poi il passeggero si è messo alla guida dello scooter di Andrea e l'altro se l'è caricato sul suo. Da quel momento non ci sono più tracce di mio figlio. Siamo persone oneste che lavorano, stiamo vivendo un incubo».

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