Amedeo di Savoia, l'ultima intervista: «Mai vissuto in polemica il 2 giugno, ma preferisco quello del 1953»

Amedeo di Savoia, l'ultima intervista: «Mai vissuto in polemica il 2 giugno, ma preferisco quello del 1953»
Amedeo di Savoia, l'ultima intervista: «Mai vissuto in polemica il 2 giugno, ma preferisco quello del 1953»
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Martedì 1 Giugno 2021, 22:06

Amedeo di Savoia, il Duca d'Aosta morto oggi per arresto cardiaco, era reduce da un intervento ad un polmone. Il discendente dei re d'Italia, ancora convalescente in ospedale, solo sabato scorso aveva rilasciato la sua ultima intervista, in occasione della Festa della Repubblica del 2 giugno.

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A Enzo Bonaiuto dell'AdnKronos, Amedeo di Savoia aveva infatti dichiarato: «Non ho mai vissuto la Festa della Repubblica in polemica, per me non è un giorno di lutto. Anche se in famiglia se ne parlava con una certa critica, perché non era molto chiaro che fosse andato tutto esattamente come le regole prevedevano. I risultati del referendum non furono molto chiari e si parlò addirittura di truffa». Sui due milioni di voti di differenza a favore della Repubblica, il Duca d'Aosta aveva espresso così la propria opinione: «Non discuto il risultato del referendum. Solo che credo che comunque non è stato molto chiaro tutto. Il referendum è avvenuto in un modo molto anticipato, rispetto anche a quello che desiderava fare il Re».

Amedeo di Savoia, parlando del 2 giugno, aveva poi spiegato: «Per me non è mai stato un giorno di lutto, ma ho sempre preferito quello del 1953. Quel giorno era stata incoronata la Regina Elisabetta ed io andai in Inghilterra, anche se ero un ragazzino molto piccolo che non aveva ancora compiuto 10 anni. Mia madre mi mandò, lei non stava molto bene.

Una data che ci ha sempre fatto piacere ricordare, non in polemica o in alternativa».

Il Duca d'Aosta continuava a ritenersi un monarchico convintissimo. «Non è un concetto fuori dal tempo, la monarchia è aperta a tutti, come principio di gestione di un paese. La Repubblica è un collante soprattutto per le persone che mirano alla separazione da un paese: pensate al caso della Catalogna in Spagna, che vorrebbero la secessione e l'indipendenza» - spiegava Amedeo di Savoia - «Le monarchie restano la maggioranza, sono democratiche se vengono prese come deve essere. La monarchia assoluta per diritto divino, d'altronde, non esiste più e non tornerà. E anche una Repubblica può degenerare in dittatura».

Quello che Amedeo di Savoia non accettava del 2 giugno era un fattore molto particolare: «Nei giorni immediatamente precedenti alla Festa della Repubblica c'è sempre una grande propaganda, in cui si dice che quel passaggio era avvenuto in modo estremamente democratico e quelle sono esagerazioni. Noi Savoia, ai tempi della monarchia, eravamo tutti molto bravi e invece adesso ci sono veramente tante critiche, si dice la cosa opposta. Non so se mi sono spiegato...». Un chiaro riferimento al cambiamento dell'opinione pubblica nei confronti della famiglia reale, da eroi risorgimentali dell'Unità d'Italia a favoreggiatori del fascismo.

L'ultima battuta di Amedeo di Savoia all'AdnKronos si era invece conclusa così: «Come passerò il 2 giugno? Credo che sarò ancora in ospedale, ho avuto qualche guaio a un polmone e a un rene. Scusatemi, non sono in condizioni eccellenti... Spero, quando tornerò in forma, di risentirci presto».

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