Alpini e molestie, aumentano le segnalazioni: «Oltre 500 casi al raduno di Rimini»

Alpini e molestie, aumentano le segnalazioni: «Oltre 500 casi al raduno di Rimini»
​Alpini e molestie, aumentano le segnalazioni: «Oltre 500 casi al raduno di Rimini»
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Giovedì 12 Maggio 2022, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 20:07

Cresce il numero delle segnalazioni di molestie subite da donne durante l'ultima adunata degli Alpini a Rimini. Oltre cinquecento è la denuncia dell'associazione 'Non una di menò che da giorni raccoglie e condivide decine e decine di racconti su episodi accaduti lo scorso weekend nella località della riviera romagnola. Una denuncia finora formalizzata alle forze dell'ordine, altre che potrebbero arrivare a breve, mentre proprio per aiutare le vittime a trovare il coraggio di procedere arrivano un vademecum e un supporto legale.

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Approcci insistenti in qualche caso anche fisici, tanto cat-calling, commenti o gesti indesiderati sono stati testimoniati da tantissime donne, anche giovanissime, che nei giorni dell'adunata riminese passeggiavano in centro o che magari stavano lavorando nei locali e nei bar presi d'assalto da gruppi di alpini.

Casi condivisi dalle attiviste di 'Non una di menò che dice di aver raccolto oltre 500 segnalazioni e oltre 160 racconti. Tanti anche i video girati col telefonino da ragazze prese di mira, e virali sui social.

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«Non consideriamo necessario che ci siano delle denunce per credere alla verità delle molestie, sappiamo che sono accadute, molte più di quelle che sono arrivate a noi - spiega 'Non una di menò dopo l'incontro con le vittime e gli avvocati - In questo caso però le denunce possono essere uno strumento in più perché le molestie che si ripetono a ogni adunata non possano essere ignorate come in passato». Con tantissimi episodi che finiscono in una 'zona grigià, non considerabili rispettosi delle donne eppure penalmente non perseguibili, le denunce formalizzate alle forze dell'ordine non hanno la stessa dimensione delle segnalazioni arrivate.

Tuttavia, per aiutare a denunciare chi si è sentita vittima, la stessa associazione, insieme col centro sociale Casa Madiba, ha rilanciato un vademecum con indicazioni pratiche per agire in autonomia insieme alla disponibilità di un supporto legale. Episodi non sporadici o limitati all'evento di Rimini. «In occasione della precedente adunata, a Trento, era accaduto più o meno lo stesso», afferma il coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna. Ossia «la violenza che nel gruppo si ammanta di 'goliardià, le donne che scoprono improvvisamente ostili le loro strade», «e la mattina dopo, a raduno finito è anche peggio. Difese d'ufficio dell'intero corpo degli Alpini che nessuna si è mai sognata di accusare in quanto tale, o della manifestazione stessa, che c'entra ancora meno».

Bufera ancora fitta. «Siamo un Paese troppo maschilista. Quello che è accaduto a Rimini è inaccettabile e deve farci riflettere», ha detto oggi il presidente della Camera Roberto Fico. In questi giorni è arrivata perfino la richiesta di sospendere le adunate. C'è però chi, come la ministra per le Pari opportunità Elena Bonetti, sottolinea che il problema in sé non può essere l'occasione di un raduno, di una cerimonia. Le adunate, afferma, devono svolgersi «nel pieno rispetto». «Se sono in grado di essere garantite queste cose, bene - chiarisce Bonetti - è chiaro che non è l'adunata in quanto tale il problema, ma il fatto che durante l'adunata è accaduto qualcosa di grave e lesivo della dignità delle donne». «È troppo diffusa nel nostro Paese una subcultura di prevaricazione del maschile sul femminile: va condannato quello che è accaduto ma vanno anche messi in campo strumenti perché non possa mai più accadere, in qualsiasi contesto, che sia un'adunata, una festa o un evento pubblico o un evento privato fra due o tre persone». Decisivo quindi che le donne «abbiano il coraggio di denunciare». Per proteggerne altre. 

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