«Ti uccido, brutta negra» e tenta di strangolarla. L'incubo dell'allevatrice etiope minacciata in Trentino

«Ti uccido, brutta negra» e tenta di strangolarla. L'incubo dell'allevatrice etiope minacciata in Trentino
«Ti uccido, brutta negra» e tenta di strangolarla. L'incubo dell'allevatrice etiope minacciata in Trentino
di Simone Pierini
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Lunedì 27 Agosto 2018, 20:12 - Ultimo aggiornamento: 20:16

«Ti uccido, te ne devi andare brutta negra. Questo non è il tuo posto». Queste frasi, minacce razziste, sono quelle che è costretta ad ascoltare da mesi Agitu Ideo Gudeta, allevatrice e titolare dell’azienda agricola «La capra felice» a Frassilongo, in Val dei Mocheni, in Trentino. Una lavoratrice, fuggita dall'Etiopia e perfettamente integratasi nel nostro Paese vittima anche di aggressioni fisiche

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«Stavo pulendo la mungitrice quando mi ha preso per il collo dicendo “Ti uccido”. Non capivo cosa stesse succedendo, mi mancava il respiro ma in qualche modo sono riuscita a colpirlo alle parti basse e sono riuscita a scappare. I medici mi hanno dato 7 giorni di prognosi», dice a L'Adige la donna che racconta di aver denunciato l'accaduto alle forze dell'ordine. «I carabinieri stanno facendo il possibile, ma purtroppo pare che in queste situazioni intervenire sia molto difficile»

«“Prima gli italiani” ripetono alcuni politici, e questi sono gli effetti», aggiunge parlando anche dei suoi collaboratori, anche loro vessati da insulti razzisti. «Loro sono di colore come me, e quell’uomo si è messo in testa che dobbiamo andarcene. Da un momento all’altro abbiamo perso la nostra libertà: non sappiamo come uscire da questo incubo».



L'uomo che non la fa dormire la notte è una persona che conosce, ma non un abitante del posto. «Con le persone di questa valle ho un rapporto splendido: hanno fatto il possibile per farmi rimanere qua». L'ultima aggressione dieci giorni fa. «Era il tardo pomeriggio - dichiara - e mi trovavo al pascolo, quando mi ha raggiunto in moto. Quando è sceso dal mezzo e ha iniziato ad avvicinarsi a piedi, ho impugnato il cellulare per filmare l’accaduto. Quando ha alzato la mano mi sono difesa col bastone, ma è riuscito a strapparmelo di mano e sono caduta a terra. Così ha iniziato a premere il legno sul collo. Schiacciava e gridava “Io ti uccido”. Con tutta la forza che avevo in corpo ho usato i piedi per allontanarlo e ho chiamato le forze dell’ordine».
 

 

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