Alessandra Lezzi, il racconto della vigilessa a Leggo: «Mi hanno bruciato l'auto e ho scritto a Papa Francesco. Lui a sorpresa mi ha risposto»

Vigilessa a Leggo: «Mi hanno bruciato l'auto e ho scritto a Papa Francesco. Lui a sorpresa mi ha risposto»
Vigilessa a Leggo: «Mi hanno bruciato l'auto e ho scritto a Papa Francesco. Lui a sorpresa mi ha risposto»
di Silvia Natella
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Martedì 30 Marzo 2021, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 21:57

Una parola di conforto può aiutare a superare i momenti più difficili, soprattutto se a scrivere è Papa Francesco. Alessandra Lezzi, 48enne agente della Polizia Locale in servizio al Comando di Lecce, ha provato una gioia immensa nel ricevere una lettera dal pontefice in risposta al suo sfogo. «Il 3 febbraio in piena notte hanno dato fuoco alla mia auto sotto casa. Avevo smontato dal servizio il giorno prima. Ci siamo spaventati molto, mia figlia piangeva e mio marito non sapeva da dove cominciare», spiega a Leggo Alessandra raccontando il gesto intimidatorio di cui è stata vittima. 

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I Carabinieri stanno indagando per risalire ai responsabili, ma non è escluso che possa trattarsi di una ritorsione: «È stato abbastanza serio, la macchina è andata distrutta e l’aspetto più preoccupante è che potrebbero essere stati dei ragazzi molto giovani. Vedremo cosa scopriranno le forze dell'ordine grazie alle telecamere».

Alessandra lavora nel nucleo per la viabilità e la sicurezza cittadina e spesso è bersaglio di offese e minacce per strada: «Faccio molti controlli soprattutto in questo periodo Covid. Non è facile mettere le mani nelle tasche della gente, c’è poca comprensione della legalità». C’è persino molta difficoltà ad accettare la donna in divisa: «Recentemente un ragazzo di 20 anni a cui ho ritirato la patente per un’infrazione grave mi ha urlato contro dicendomi che devo stare a casa perché sono donna».

 Alessandra non nasconde la paura, ma la passione per il suo lavoro la spinge ad andare avanti: «Ho rispetto per la divisa che porto. Dopo quello che è successo ho preso solo quattro giorni di pausa. L’idea di essere al servizio degli altri è la cosa più bella». E il sostegno di Papa Francesco le ha dato la consolazione di cui aveva bisogno. «Il giorno dopo l’attentato - continua - ho preso carta e penna come si faceva una volta. È stato un modo per sfogare la mia frustrazione, per chiedere un incoraggiamento, per raccontare a qualcuno i problemi della polizia locale e il nostro essere invisibili. Volevo scrivere a una persona in grado di ascoltare e che potesse lanciare un messaggio forte». Così Alessandra ha spedito una lettera indirizzandola al Papa e alla segreteria di Stato. "Santità lei che può accolga questa richiesta di sostegno, che in questo caso Le viene da una semplice agente, ma che è di tutti coloro che indossano la stessa uniforme”, si legge nella missiva.

Lo ha fatto senza troppe aspettative al punto che quando ha ricevuto la risposta non poteva credere ai suoi occhi:  «Quando ho visto la busta intestata “Città del Vaticano” non sono riuscita ad aprirla subito, non avevo il coraggio. Il conforto è arrivato a sorpresa, mi ha risposto Lui e la cosa più bella è che ha mandato un messaggio a tutta la polizia locale. È stato un raggio di sole». Un’emozione più forte di quella provata al primo incontro anni fa: «Sono presidente di un’associazione che si chiama “Strada Facendo" e che si occupa di minori vittime di violenza. Gli regalai una maglietta dedicata al progetto "Il bene che ti voglio" contro la violenza sui ragazzi tra gli 11 e i 18 anni. Mostrò tanto interesse e mi disse "Non ti fermare mai”. Accoglienti e ricche di comprensione anche le parole contenute nella lettera: “I vigili urbani sono preziose sentinelle al servizio della qualità della convivenza cittadina… Sua Santità auspica che il loro impegno ottenga il dovuto riconoscimento”.

La speranza di Alessandra è che si proceda presto a una riforma del Corpo: «In questi giorni ho ricevuto tanta vicinanza da parte dei colleghi e ho scoperto che molti hanno patito quello che ho vissuto io. Speriamo che l’Italia possa adeguarsi agli altri Paesi che hanno un’unica polizia. Noi siamo dipendenti comunali, questo ci rende attaccabili, ma non facciamo solo multe; ci occupiamo di tutto, dall’edilizia all’ambiente. Nell’ultimo anno, inoltre, abbiamo fatto tanti controlli per far rispettare la normativa anti-Covid. L’augurio è che ci siano il giusto riconoscimento e la tutela necessaria. Noi siamo quelli a contatto con il cittadino, spero che si vada nella giusta direzione».

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