Il coronavirus non è morto, ma è in letargo. Torna a far parlare di sé Alberto Zangrillo, direttore dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano, che ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio 1, a oltre un anno dalle sue parole che provocarono polemiche («Il virus è clinicamente morto», disse dopo la fine del primo lockdown della primavera 2020), è tornato a parlare della situazione legata alla pandemia di Covid in Italia.
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«Questa mattina il Pronto soccorso del mio ospedale era pieno di pazienti con altre malattie, non esistono fortunatamente pazienti con insufficienza respiratoria da Sars-CoV-2. Questo per me vuol dire che il virus è clinicamente... in letargo. Vogliamo dirla così? Può darsi che si risvegli? Speriamo di no», ha detto Zangrillo. «Il virus esiste - sottolinea - come esistono centinaia di virus. Adesso stiamo cercando questo, quindi troviamo questo, però se ne cercassimo altri ne troveremmo altri e quello che è certo - aggiunge - è che dobbiamo affrontarlo con attenzione, evitando di fare le cassandre, ma anche di fare degli indovini».
Secondo Zangrillo, che è anche medico personale di Silvio Berlusconi ormai da anni, «viviamo nel continuo e perenne pregiudizio.