Alberto Zangrillo, un anno dopo: «Il virus esiste, ma è clinicamente in letargo»

Alberto Zangrillo un anno dopo: «Il virus esiste, ma è clinicamente in letargo»
Alberto Zangrillo un anno dopo: «Il virus esiste, ma è clinicamente in letargo»
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Martedì 8 Giugno 2021, 16:52

Il coronavirus non è morto, ma è in letargo. Torna a far parlare di sé Alberto Zangrillo, direttore dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione generale del San Raffaele di Milano, che ai microfoni di Un giorno da pecora su Rai Radio 1, a oltre un anno dalle sue parole che provocarono polemiche («Il virus è clinicamente morto», disse dopo la fine del primo lockdown della primavera 2020), è tornato a parlare della situazione legata alla pandemia di Covid in Italia.

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«Questa mattina il Pronto soccorso del mio ospedale era pieno di pazienti con altre malattie, non esistono fortunatamente pazienti con insufficienza respiratoria da Sars-CoV-2. Questo per me vuol dire che il virus è clinicamente... in letargo. Vogliamo dirla così? Può darsi che si risvegli? Speriamo di no», ha detto Zangrillo. «Il virus esiste - sottolinea - come esistono centinaia di virus. Adesso stiamo cercando questo, quindi troviamo questo, però se ne cercassimo altri ne troveremmo altri e quello che è certo - aggiunge - è che dobbiamo affrontarlo con attenzione, evitando di fare le cassandre, ma anche di fare degli indovini».

Secondo Zangrillo, che è anche medico personale di Silvio Berlusconi ormai da anni, «viviamo nel continuo e perenne pregiudizio.

La verità assoluta non esiste. La verità è verità in quanto tale perché la dice qualcuno che appartiene al politically correct. Noi - spiega con un esempio - ricordiamo quando Trump disse che forse c'era poca trasparenza da parte dei cinesi: fu preso come un cialtrone, un buffone, e attaccato soprattutto dai media locali e poi ovviamente da tutti gli altri. Adesso, a un anno di distanza, le stesse cose le dice Biden e quindi ora è giusto indagare. In Italia è la stessa cosa - conclude il medico - quindi il politically correct è alla fine quello che guida: la verità è in relazione a chi dice quella cosa».

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