Covid, dalla Sardegna a Roma già 50 ragazzi contagiati, in 3 allo Spallanzani

Covid, dalla Sardegna a Roma già 50 ragazzi contagiati, in 3 allo Spallanzani
Covid, dalla Sardegna a Roma già 50 ragazzi contagiati, in 3 allo Spallanzani
di Mauro Evangelisti e Giuseppe Scarpa
5 Minuti di Lettura
Giovedì 20 Agosto 2020, 01:24 - Ultimo aggiornamento: 17:24

Una ventenne, tornata dalla vacanza a Porto Rotondo dove, tra una festa e una discoteca, si è alimentato un focolaio di Covid di vaste dimensioni, dopo essere stata al Circeo, è stata ricoverata all’Ospedale Spallanzani di Roma. Ha una polmonite bilaterale interstiziale: non è in terapia intensiva, ma comunque viene seguita con attenzione dagli specialisti dell’istituto di eccellenza romano.

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Altri due coetanei, con difficoltà respiratorie, sono stati portati allo Spallanzani: erano anche loro in vacanza al Circeo, ma prima erano stati in Costa Smeralda, nel gruppo di giovani di Roma Nord di cui faceva parte la ventenne con la polmonite. La ragazza ha trascorso 9 giorni in Sardegna, dal 4 al 13 agosto, giorno in cui è rientrata a Roma, si è trasferita al Circeo e ha ricevuto un messaggio dagli amici che le comunicavano di essere positivi. Così dopo un tampone anche lei ha scoperto di avere Sars-CoV-2.
 

Sardegna



Ogni giorno aumenta il numero dei contagiati, passati dalla Sardegna tra il 4 e l’11 agosto, dalle feste al Billionaire, al Just Cavalli, Ritual, nelle ville, fino al Country Club. Di 75 positivi trovati ieri nel Lazio, quasi un terzo - 23 - arrivavano dalla Sardegna. Se si aggiungono quelli individuati nei giorni precedenti a Roma e i sei bloccati in Sardegna, si arriva ad almeno 50 infettati, quasi tutti di età compresa tra i 18 e i 25 anni, che abitano nei quartieri a nord della Capitale.

L’epidemia ha coinvolto anche il mondo del calcio, che da sempre frequenta quella zona: positivi oltre a due ragazzi della Roma Primavera, anche il portiere Mirante e alcuni calciatori del Cagliari. Le comitive di Roma Nord si erano riformate in Costa Smeralda, anche perché in una serata al Country Club si è esibito un giovane e affermato dj romano, Lorenzo Palazzi, positivo anch’egli. Alcuni erano arrivati da Mykonos e Ibiza, e non si esclude che proprio dalle Baleari qualcuno, inconsapevolmente, sia giunto già positivo.

Successivamente, prima che esplodesse il caso e si trovassero i primi contagiati, c’è chi è rimasto in Costa Smeralda, chi è andato al Circeo, a Sabaudia, ad Ansedonia, a Forte dei Marmi, chi semplicemente è tornato a Roma. Questo sta complicando moltissimo il tracciamento anche perché, spiegano alla Regione Lazio, una parte dei ragazzi coscienziosamente sta collaborando, una parte no e non aiuta. Alcuni dei ragazzi di Roma Nord in vacanza in Sardegna ha evitato di farsi il tampone nell’Isola. Una scelta motivata dal calcolo economico. In molti erano spaventati dall’idea di dover prolungare la permanenza in Costa Smeralda, pagando affitti esosi, qualora fossero risultati positivi.

Ma non è tutto. Ieri si è scoperto che una 20enne con l’obbligo della quarantena a Porto Cervo, sempre della comitiva di Roma Nord, è fuggita nella Capitale. Era risultata negativa al primo test, tuttavia doveva sottoporsi al secondo tampone. Adesso è accusata di epidemia colposa. Nella costa nord-orientale della Sardegna il livello di guardia è altissimo. È previsto un piano per “tamponare” 4000 persone nelle coste della Gallura che coinvolgerà turisti e personale dei locali. Un piano a cui lavora l’unità di crisi del Nord Sardegna guidata da Marcello Acciaro.
 

L'appello


Intanto il professor Stefano Vella, docente di Salute Globale all’Università Cattolica di Roma, è anche consulente per la Regione Sardegna sull’emergenza coronavirus. Spiega: «Bisogna lanciare un appello a tutti i ragazzi che sono stati in vacanza a Porto Rotondo perché vadano a fare il tampone. È nel loro interesse, in difesa della loro salute, ma va anche a tutelare i loro cari». L’assessore alla Salute della Regione Lazio, Alessio D’Amato, ieri si è sentito al telefono con il suo omologo della Sardegna, Mario Nieddu. «La mia idea - dice D’Amato - è che bisogna, immediatamente, organizzare un servizio di tamponi in Sardegna alla partenza dei traghetti che stanno riportando questi ragazzi nel Lazio. Se il virus sta circolando in modo così evidente, bisogna agire in anticipo. Siamo disponibili a fare lo stesso per i traghetti che dal Lazio vanno in Sardegna».

Il paradosso di tutta questa storia, che sta angosciando decine di famiglie della zona di Roma Nord, è che se da una parte si è riusciti ad arginare il flusso di chi torna positivo dalle vacanze in Croazia, Spagna, Malta e Grecia eseguendo i tamponi in aeroporto (ieri è stato testato anche l’attaccante della Roma, Dzeko, che ha lasciato un messaggio di ringraziamento al Leonardo Da Vinci), dall’altra c’è un altro rubinetto aperto: decine e decine di romani, soprattutto giovani, stanno tornando contagiati dalla Sardegna.

 

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