Corte Costituzionale, si cambia: la Cassazione nomina Stefano Petitti al posto di Giorgio Lattanzi

Corte Costituzionale, si cambia: la Cassazione nomina Stefano Petitti al posto di Giorgio Lattanzi
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Giovedì 28 Novembre 2019, 18:02 - Ultimo aggiornamento: 19:21
Ha raccolto più voti al ballottaggio, prevalendo sull'avvocato generale Luigi Salvato . Così alla fine i magistrati della Cassazione hanno eletto Stefano Petitti giudice costituzionale. Romano, nato nel 1953, presidente della seconda sezione civile della Suprema Corte, Petitti subentrerà a palazzo della Consulta a Giorgio Lattanzi, che terminerà il suo mandato di presidente il 9 dicembre.  
Nato a Roma il 2 settembre 1953,  Petitti è Presidente Titolare della Sezione Seconda Civile della Corte di Cassazione ed è componente delle Sezioni Unite. Ha inoltre svolto funzioni come Presidente, in coassegnazione, presso la Sesta Sezione Penale ed è stato componente del Tribunale Superiore delle Acque. Stefano Petitti è Autore della Casa Editrice Giuffré Francis Lefebvre per la quale ha curato prestigiose opere. Collaboratore della Rivista Giurisprudenza Costituzionale, ha inoltre curato il Codice di procedura civile e collaborato al volume Diritto del lavoro, della collana Le Fonti del diritto italiano.
Civilista di lungo corso ha firmato, tra l'altro, l'ordinanza del 2015 sulla legge Severino delle Sezioni Unite, chiamate in causa sulla sospensione degli amministratori pubblici condannati non definitivi per reati nella 'black-list'.
Il nuovo membro ella Consulta giurerà il 10 dicembre e la mattina successiva ci sarà l'elezione del nuovo presidente della Corte Costituzionale. In corsa - per la successione alla presidenza - i tre attuali vice di Lattanzi: Aldo Carosi, Mario Morelli e Marta Cartabia, che potrebbe essere la prima donna al vertice. Il nome della vicepresidente Cartabia, ordinario di diritto costituzionale, nominata giudice dal Presidente della Repubblica Napolitano, terza donna a entrare a Palazzo della Consulta, è stato a più riprese associato ad incarichi di prestigio. L'ultimo quest'estate, durante la crisi di governo, fu indicata come probabile premier di un governo di transizione.
Consuetudine vuole che il presidente della Consulta sia scelto tra i giudici con più anzianità.
In questo caso i tre sono tutti in carica dal 2011 e in scadenza il prossimo autunno. Inoltre, già nella scorsa tornata a inizio 2018, ha cominciato a farsi largo, specie tra i giudici che vengono dal mondo accademico, una linea più «innovativa». I tempi potrebbero essere maturi per una donna alla guida dei giudici costituzionali. La Corte ha in vista importanti decisioni: il 15 gennaio si pronuncerà sull'ammissibilità del referendum sulla legge elettorale, voluto dalla Lega che intende abolire la quota proporzionale del Rosatellum. È poi atteso il giudizio sulla legge "Spazzacorrotti" nella parte che preclude le misure alternative per condannati per reati contro la P.a
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